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Il lancio di Grok 3, il nuovo modello AI di punta sviluppato da xAI, segna un momento cruciale nella competizione tra le aziende impegnate nel contesto dell’Intelligenza Artificiale.
Oggi, il lancio dell’API dedicata, rappresenta un ulteriore passo avanti per l’azienda di Elon Musk, che punta a rivaleggiare alla pari con OpenAI e Google in questo settore. Il rilascio include anche una versione compatta, il Grok 3 Mini, rafforzando ulteriormente le ambizioni di xAI.
Le caratteristiche principali di Grok 3 includono capacità di ragionamento, abbinate a funzioni avanzate di analisi, con prezzi che variano tra 3 e 15 dollari per milione di token nella versione standard (per la versione Mini, i costi sono compresi tra 0.30 e 0.50 dollari per milione di token).
Benché competitivo, il prezzo non è inferiore rispetto ad alternative come Claude 3.7 Sonnet di Anthropic, e risulta più elevato rispetto a Gemini 2.5 Pro di Google, che offre anche prestazioni migliori nei benchmark AI.
API Grok 3: la sfida a Google e OpenAI è lanciata
Un punto di controversia riguarda i dati di performance. xAI è stata accusata di fornire informazioni fuorvianti sui test di benchmark del modello, minando la fiducia degli utenti. Inoltre, la finestra di contesto promessa da xAI, dichiarata in grado di gestire fino a un milione di token, si è rivelata limitata a 131.072 token (circa 97.500 parole), generando malcontento tra gli sviluppatori e i clienti che avevano aspettative più alte.
Le discussioni non si fermano però qui. Quando venne presentato il primo Grok, Elon Musk lo descrisse come un sistema “non filtrato”, in grado di trattare temi controversi spesso evitati da altri modelli AI. Tuttavia, le versioni precedenti hanno mostrato posizioni progressiste su temi come i diritti transgender, un aspetto che Musk ha attribuito ai dati di addestramento, promettendo una maggiore neutralità politica nelle versioni future.
Di fatto, il successo di Grok 3 è tutt’altro che scontato. La buona riuscita del modello dipenderà dalla capacità dell’azienda di rispondere alle aspettative del mercato, mantenendo le promesse fatte agli utenti. Inoltre, il coinvolgimento di Elon Musk in una causa legale contro OpenAI aggiunge ulteriore complessità alla situazione già alquanto intricata.