Elon Musk e il blocco dei link a Signal su X: una mossa controversa

Il social network X, ex Twitter, ha iniziato a bloccare i link Signal.me, di fatto impedendo l'utilizzo della funzione di contatto diretto di Signal. Gli utenti segnalano messaggi di errore con i link verso Signal classificati come potenzialmente dannosi o come spam.

Il social network X, precedentemente noto come Twitter e di proprietà di Elon Musk, ha recentemente iniziato a bloccare i link associati al servizio di messaggistica crittografata Signal. Nello specifico, i link Signal.me, utilizzati per permettere una comunicazione diretta tra gli utenti dell’app, risultano inaccessibili sulla piattaforma X.

Gli utenti di X segnalano che i tentativi di condividere link Signal.me attraverso messaggi diretti, post pubblici o persino nella biografia del proprio profilo portano alla visualizzazione di un messaggio di errore. A seconda della versione dell’app utilizzata, il testo dell’avviso varia: alcuni messaggi indicano che il link risulta “potenzialmente dannoso”, mentre altri suggeriscono che il tentativo di condivisione potrebbe essere un’azione automatizzata o un contenuto indesiderato (spam).

Anche i link Signal.me pubblicati in passato su X risultano ora bloccati: gli utenti che tentano di accedervi sono reindirizzati a una pagina di avviso che segnala il collegamento come “potenzialmente pericoloso”, anche se viene comunque offerta la possibilità di ignorare l’allerta e procedere comunque.

Attacco alla libertà di espressione o misura di sicurezza?

Il blocco dei link Signal su X solleva interrogativi sulla politica di moderazione dei contenuti osservata dalla piattaforma di Musk. Su X, infatti, è ancor oggi consentita la condivisione dei link facenti riferimento ad altri servizi di messaggistica, come Telegram, suggerendo che la restrizione sembra essere mirata esclusivamente a Signal.me.

Signal è noto per la sua forte attenzione alla privacy e alla sicurezza delle comunicazioni: la soluzione di messaggistica è infatti largamente utilizzata da giornalisti, attivisti e persino da dipendenti governativi per la trasmissione di informazioni personali e riservate. Negli ultimi tempi, Signal si è rivelato uno strumento di primaria importanza per l’invio di “comunicazioni scottanti” da parte di alcuni whistleblower federali che hanno denunciato presunte pratiche controverse legate a DOGE, un progetto interno all’ecosistema di Elon Musk.

DOGE, acronimo di Department of Government Efficiency, è un’iniziativa lanciata da Musk con l’obiettivo di migliorare l’efficienza delle operazioni governative negli USA. Il dipartimento, istituito proprio all’avvio del secondo mandato di Donald Trump, si propone di modernizzare le infrastrutture digitali e semplificare i processi burocratici.

Implicazioni e possibili scenari dopo il blocco di Signal

Ad oggi non è chiaro se il blocco di Signal.me sia frutto di un errore tecnico, di una decisione intenzionale da parte di X o di pressioni esterne. Tuttavia, il fatto che Signal.org – il dominio principale dell’app – non sia bloccato, lascia intendere che il problema riguardi esclusivamente la funzione di contatto diretto.

La mossa potrebbe avere conseguenze significative per gli utenti che si affidano a Signal per la tutela della propria privacy. Inoltre, potrebbe innescare un dibattito più ampio sulle strategie di moderazione e sulle implicazioni che le decisioni di X hanno sulla libertà di comunicazione online.

Per il momento, gli utenti possono ancora condividere il proprio identificativo Signal su X, permettendo ad altri di contattarli copiando e incollando manualmente l’ID nell’app. Tuttavia, se questa restrizione dovesse rimanere in vigore, potrebbe rappresentare un ulteriore segnale del crescente controllo esercitato dalla piattaforma sulle modalità di comunicazione utilizzate dagli utenti.

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