L’accordo tra Apple e OpenAI annunciato durante il keynote della WWDC24 è stato fortemente condannato da Elon Musk, che ha addirittura annunciato il ban degli iPhone negli uffici delle sue aziende. A quello dell’attuale proprietario di X fa seguito il commento di Edward Snowden, che invita gli utenti a non fidarsi dell’azienda guidata da Sam Altman.
Ex NSA nel CdA di OpenAI: Snowden lancia l’allarme
La dichiarazione di Snowden è arrivata dopo l’annuncio da parte di OpenAI dell’inserimento nel suo consiglio di amministrazione Paul Nakasone, ex generale dell’esercito statunitense ed ex direttore della NSA. «Non fidatevi mai di OpenAI», afferma l’informatico e attivista che circa dieci anni fa ha svelato proprio le strategie di sorveglianza della National Security Agency. Il fatto che ora Nakasone sieda al tavolo del CdA di OpenAI è per Snowden un “tradimento intenzionale e calcolato dei diritti di ogni persona sulla Terra“.
È di questa opinione anche Matthew Green, insegnante di crittografia presso la John Hopkins University. L’esperto di sicurezza non usa mezzi termini e parla di “sorveglianza di massa della popolazione”.
They’ve gone full mask-off: 𝐝𝐨 𝐧𝐨𝐭 𝐞𝐯𝐞𝐫 trust @OpenAI or its products (ChatGPT etc). There is only one reason for appointing an @NSAGov Director to your board. This is a willful, calculated betrayal of the rights of every person on Earth. You have been warned. https://t.co/bzHcOYvtko
— Edward Snowden (@Snowden) June 14, 2024
Ma perché OpenAI ha riservato la sua attenzione proprio a Nakasone? La società afferma di averlo scelto per la sua esperienza di livello mondiale in fatto di sicurezza informatica e che questa assunzione punta a migliorare le misure difensive dei supercomputer AI. Per Snowden, invece, le motivazioni sarebbero ben altre, e sicuramente più nefaste.
L’allarme lanciato da Snowden non sta passando inosservato, soprattutto dopo la partnership stretta con Apple che porterà all’integrazione di ChatGPT in iOS 18, iPadOS 18 e macOS Sequoia. L’azienda californiana ha più volte ribadito che tutte le sue funzionalità AI sono sicure, sia quelle on-device che quelle che sfrutteranno il cloud. Gli indirizzi IP degli utenti verranno infatti oscurati e né Apple né OpenAI potranno accedere alle richieste (che non verranno memorizzate).
Quello che si delinea è dunque una sorta di scontro. Da un lato c’è Snowden, l’informatico rifugiato in Russia che invita alla cautela e alla sfiducia. Dall’altro c’è invece Apple, che garantisce il massimo della sicurezza e la tutela della privacy. La verità, come in molti casi, sta nel mezzo?