Edge comprime la cache su disco per migliorare le prestazioni

Come funziona la compressione della cache su disco che Edge attiva in modo predefinito a partire dalla release 102, su tutti i sistemi compatibili.

Una delle leve sulle quali Microsoft sta spingendo di più per indurre sempre più utenti a migrare al suo Edge abbandonando Google Chrome ha a che fare con il miglioramento delle prestazioni del browser.
Quando un browser utilizza troppe risorse, non solo influisce sull’esperienza di navigazione, ma può anche rallentare l’intero sistema.
Nell’ottimizzare le prestazioni, tuttavia, è spesso necessario avere una visione globale: una migliore gestione di una certa risorsa può infatti comportare un costo addizionale che porta ad aumentare l’uso di un’altra risorsa impegnata a livello di sistema.

La corretta gestione delle schede aperte nel browser è una delle sfide sulle quali Google e Microsoft si stanno misurando: in un altro articolo abbiamo visto i migliori browser nell’utilizzo della memoria e delle tab.

I tecnici di Microsoft hanno dichiarato che la funzione Sleeping tabs di Edge, che “scarica” in maniera intelligente dalla RAM le schede al momento inutilizzate, fa risparmiare in media il 32% di memoria e porta a un -37% di workload per la CPU.
I risultati sono basati sulle prove condotte da Microsoft servendosi di circa 13.000 dispositivi.
Microsoft ha anche calcolato quanta memoria ha fatto risparmiare Edge.

Guardando al medesimo obiettivo, Microsoft ha annunciato oggi una funzione che in Edge si occupa di comprimere la cache del browser.
La cache di un browser è un utile strumento di supporto che consente di evitare il download degli stessi oggetti che compongono una o più pagine Web: quando un elemento è già stato scaricato in precedenza, esso viene recuperato dal sistema locale e non dal server remoto. In questo modo è possibile velocizzare il rendering della pagina Web e renderne la consultazione ancora più immediata. In un altro articolo abbiamo visto come svuotare la cache.

Maggiore è la dimensione della cache su disco, più crescono le probabilità che la risorsa richiesta possa essere recuperata in locale.
Come spiega Microsoft, però, la dimensione della cache deve essere gestita in maniera oculata, soprattutto sui dispositivi con poco spazio: una cache illimitata può portare il sistema a esaurire lo spazio disponibile. Per evitare che la cache del browser consumi tutto lo spazio libero, i browser già la dimensionano in base alla caratteristiche delle unità di memorizzazione.

Un modo per massimizzare l’utilizzo della cache riducendo al minimo l’utilizzo del disco è sfruttare la compressione. Poiché, secondo Microsoft, i contenuti della cache sono spesso altamente comprimibili, la compressione aumenta la probabilità che la risorsa richiesta possa essere recuperata dal disco.

A partire da Edge 102, sui sistemi che soddisfano i controlli di idoneità, il browser Microsoft provvede a comprimere automaticamente la cache del disco garantendo che l’operazione sia vantaggiosa e non abbia invece un effetto negativo sulle prestazioni. Ciò garantisce che la compressione di queste cache migliori notevolmente le prestazioni e l’esperienza utente complessiva.

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