Ecco come Apple potrebbe trarre vantaggio dall'introduzione del connettore USB-C sugli iPhone

L'arrivo di USB-C è atteso con la presentazione di iPhone 15, a settembre 2023. Apple potrebbe penalizzare i trasferimenti di dati e la velocità di ricarica per chi si serve di prodotti non certificati MFi.
Ecco come Apple potrebbe trarre vantaggio dall'introduzione del connettore USB-C sugli iPhone

La Commissione Europea ha ritenuto di dover introdurre l’obbligatorietà del caricabatterie universale che dovrà essere basato sull’interfaccia USB-C e utilizzato da tutti i produttori entro fine 2024, se vorranno vendere i loro prodotti negli Stati membri dell’Unione.

Pur con riluttanza, Apple abbandonerà Lighting in favore di USB-C: il primo dispositivo ad abbracciare l’utilizzo del connettore sarà iPhone 15 che debutterà sul mercato ben prima della scadenza fissata dalla Commissione, a settembre 2023.

Un ricercatore o meglio leaker piuttosto noto, famoso per aver azzeccato in anteprima il design della Dynamic Island inclusa in iPhone 14 Pro, ha rivelato che la Mela starebbe estendendo il suo programma MFi a USB-C. Ha inoltre aggiunto che Foxconn, azienda partner di Apple con sede principale a Taiwan, starebbe già producendo in serie accessori come EarPods e cavi.

MFi (Made for iPhone) è il programma di certificazione hardware Apple per gli accessori originali destinati agli iPhone. L’acquisto di accessori con marchio MFi evita che i consumatori possano acquistare prodotti contraffatti e, ovviamente, permette ad Apple di massimizzare i suoi profitti. Il programma è attualmente disponibile per gli accessori basati sull’interfaccia Lightning: i dispositivi certificati MFi sono dotati di un chip “ad hoc” che viene utilizzato per confermare che si tratta di prodotti approvati da Apple.

Il tweet rafforza le voci secondo cui Apple avrebbe lavorato per limitare le caratteristiche disponibili sulla porta USB-C dell’iPhone nel caso in cui non venissero utilizzati dispositivi originali. La Mela potrebbe insomma decidere di limitare via software i trasferimenti dati e la velocità di ricarica per tutti coloro che si servono di dispositivi USB-C senza la “benedizione” di Apple.

Non si sa ancora esattamente di che entità potrebbero essere le eventuali restrizioni imposte via software.
C’è solo il parere di carattere generale del famoso analista Ming Chi-Kuo che prevede velocità in linea con quelle dell’interfaccia Lightning/USB 2.0 per iPhone 15 e iPhone 15 Plus. Gli iPhone 15 Pro/Pro Max di fascia alta supporteranno invece almeno USB 3.2 o Thunderbolt 3.

In conclusione, se da un lato Apple potrebbe mettersi in regola con le prescrizioni della Commissione, l’azienda proverebbe a massimizzare i profitti penalizzando gli utenti che non si avvalgono di dispositivi USB-C certificati.

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