Che i droni siano utilizzati per attività di monitoraggio ed intervento in zone difficilmente accessibili è cosa nota. Desta quindi grande interesse l’esperimento condotto, ancora una volta, da alcuni ricercatori del Politecnico federale di Zurigo (ETHZ, Autenticazione a due fattori con il riconoscimento sonoro): alcuni quadricotteri sono stati messi al lavoro con l’obiettivo di costruire autonomamente un ponte di corda.
Come spiegano gli esperti elvetici, a parte le impalcature costruite ai lati del tratto da attraversare, il ponte – per la sua interezza – viene costruito in tutto e per tutto dai droni usando una fibra sintetica con una resistenza paragonabile a quella dell’acciaio, chiamata Dyneema, particolarmente adatta per i cavi da trazione.
Non essendo troppo pesante, la corda in Dyneema può essere agevolmente collocata dai droni che, come si vede nel video dimostrativo ripubblicato di seguito, sono riusciti a praticare nodi ed intrecci ove necessario.
Il ponte di corda, assicurano i ricercatori del Politecnico svizzero, può quindi poi essere utilizzato da parte di qualunque persona per spostarsi da un lato all’altro.
Evidenti le possibili applicazioni pratiche: si pensi alle situazioni di emergenza in cui la costruzione di un ponte simile può aiutare a salvare vite.
Importante evidenziare che le ricerche sono state condotte dal ticinese Federico Augugliaro, esperto di robotica, e dal professor Raffaello D’Andrea, docente italiano che fuori dai confini nazionali ha trovato sovvenzioni e supporto per sviluppare i suoi progetti.
Maggiori informazioni sono pubblicate sul sito dell’ETHZ, in questa pagina.