Si susseguono in queste ore le segnalazioni, pervenute da parte di diversi produttori di soluzioni antivirus ed antimalware, circa la messa in atto delle tecniche utilizzate per massimizzare la diffusione di minacce. I laboratori di Websense, ad esempio, mettendo in allerta gli utenti circa i nuovi attacchi “SEO poisoning” che stanno prendendo piede sul motore di ricerca di Google.
Effettuando un’interrogazione su Google con l’intento di cercare informazioni sull’Apple iPad, il dispositivo portatile presentato ieri da Steve Jobs, si potrebbe incappare in risultati facenti riferimento a pagine web “nocive”, ospitanti malware. Si tratta di un esempio di “Blackhat SEO” (SEO è l’acronimo di “Search Engine Optimization“): tra i link proposti per primi nelle SERP (le pagine dei risultati delle ricerche) su Google, gli aggressori sono riusciti a far visualizzare anche collegamenti facenti riferimento a siti web dannosi. Come spiega Websense in questa pagina, tali siti web nocivi proporranno poi l’installazione di un falso software antivirus (“rogue antivirus“).
Non è la prima volta che gli aggressori mettono in campo tecniche SEO per ottimizzare la presenza delle proprie pagine web nei risultati delle ricerche.