Con il nuovo Digital Markets Act (DMA) attivo sul territorio europeo diverse aziende big tech devono correre ai ripari per poter operare nel vecchio continente senza incorrere in sanzioni.
La Commissione Europea ha aperto delle indagini per quanto riguarda i “gatekeeper“, ovvero aziende che offrono degli store digitali e che, secondo le nuove norme UE, devono consentire l’indirizzamento gratuito dei consumatori anche all’esterno del proprio ecosistema.
Tra le compagnie che rientrano in questa categoria figurano alcuni dei più grandi colossi dell’informatica, come Alphabet, Amazon, Apple, ByteDance, Meta e Microsoft. Proprio l’azienda di Cupertino, a quanto pare, è la prima che andrà incontro alle sanzioni previste dall’UE.
A confermarlo è Margrethe Vestager, Commissario europeo per la concorrenza, che ha commentato la posizione di Apple con un messaggio attraverso il suo account X.
Today we open a new case + we adopt preliminary findings against @Apple under the DMA.
👉We are concerned Apple’s new business model makes it too hard for app developers to operate as alternative marketplaces & reach their end users on iOS.
More🗞️: https://t.co/nYm5fW61jp
— Margrethe Vestager (@vestager) June 24, 2024
Apple e UE: tempo fino a marzo 2025 per rispondere alle accuse
Apple è, di fatto, la prima azienda a scontrarsi ufficialmente con il DMA. Nonostante ciò, potrebbe essere ben presto in buona compagnia, con Meta e Google che rischiano la stessa sorte.
Avviata la procedura d’accusa ufficiale, il colosso di Cupertino avrà comunque molto tempo a disposizione per rispondere alla valutazione preliminare della Commissione Europea. La sentenza definitiva, infatti, è prevista entro marzo 2025.
Ma cosa rischia effettivamente Apple? In caso di questo tipo, si parla di multe molto salate, che possono raggiungere il 10% del fatturato globale dell’azienda. Nel caso dell’azienda in questione, tenendo conto dei proventi dello scorso anno, si parla di circa 38 miliardi di dollari.
Già in passato Apple è finita sotto indagine dell’autorità di regolamentazione antitrust dell’UE, con tanto di denuncia da parte di Spotify. La sanzione, avvenuta prima dell’attivazione del DMA, in quel caso è stata di circa 2 miliardi di dollari.