Abbiamo pubblicato ieri la versione aggiornata di TrueCrypt, software opensource che consente di creare volumi virtuali cifrati e di crittografare non solo intere partizioni ma anche l’unità ove è installato il sistema operativo.
TrueCrypt 6.1, prodotto “multipiattaforma” (compatibile con i sistemi Windows, Mac OS X e Linux), contempla adesso la possibilità di “trasformare” in partizioni crittografate non di sistema sia in Windows Vista che in Windows Server 2008 qualunque partizione già esistente senza incorrere in perdite di dati. La funzionalità non è però disponibile nel caso in cui TrueCrypt venga utilizzato su sistemi Windows 2000, XP e Server 2003 poiché tali versioni del sistema operativo Microsoft sono sprovviste della caratteristica che consente di ridimensionare “al volo” le unità. TrueCrypt necessita di questa funzione per fare spazio alle informazioni di testa (“headers”) indispensabili per descrivere e gestire il volume crittografato.
Per la prima volta, inoltre, gli utenti della versione Linux o Mac OS X di TrueCrypt possono ora “montare” partizioni di sistema create in ambiente Windows.
Secondo quanto dichiarato dagli sviluppatori, la nuova versione di TrueCrypt integra anche il supporto per smart card e security token utilizzando lo standard crittografico PKCS #11.
Passi in avanti anche per ciò che riguarda la creazione di partizioni nascoste. Gli interventi apportati dagli sviluppatori di TrueCrypt sono stati operati in forza della scoperta fatta qualche mese fa da alcuni esperti di sicurezza: tracce dell’impiego del software di cifratura opensource potrebbero comparire in alcune aree del sistema, ad esempio, tra i log file. La nuova release di TrueCrypt si prefigge di scongiurare questa eventualità.