Disponibile su Android il "mouse vivavoce" Project Gameface di Google

Project Gameface diventa open source e sbarca su Android: ecco perché è uno strumento potenzialmente utilissimo per i disabili.
Disponibile su Android il

Dopo l’annuncio, avvenuto nel corso dell’evento Google I/O dell’anno scorso, Project Gameface apre alla filosofia open source, permettendo agli sviluppatori di creare app Android che sfrutteranno questa tecnologia.

Stiamo parlando di una sorta di “mouse vivavoce“, che permette agli utenti di controllare il cursore attraverso i movimenti di testa e le espressioni del viso. Ciò è possibile grazie a una fotocamera in grado di tracciare il volto dell’utente.

A tal proposito, per esempio, potrebbe essere utilizzato un sorriso per selezionare alcuni elementi su display o alzare un sopracciglio sinistro per tornare alla schermata iniziale su uno smartphone Android. Project Gameface permette di personalizzare ogni singolo comando, dimostrando un’adattabilità in grado di soddisfare qualunque utente con esigenze particolari.

Project Gameface permetterà a utenti disabili di giocare, studiare e trovare lavoro

Google ha sviluppato Project Gameface in collaborazione con Lance Carr, uno streamer che soffre di distrofia muscolare. Lo stesso ha già usufruito della tecnologia e, attraverso una webcam, è stato in grado di portare avanti sessioni di gaming semplicemente attraverso il suo volto. Se le prime versioni di questo strumento erano focalizzate proprio su attività videoludiche, Google ha poi capito che tale soluzione poteva rivelarsi utile anche in contesti diversi.

Per il lancio di Project Gameface in ambito Android, la compagnia di Mountain View ha giovato di una partnership con Incluzza, un’organizzazione indiana che ha a cuore la situazione di persone con disabilità. Attraverso la collaborazione, questo strumento potrà permettere a molte persone di proseguire gli studi, comunicare più facilmente con familiari amici e anche trovare un’occupazione.

Non è la prima volta che Google promuove progetti benefici. Basti pensare ai 25 milioni di euro impegnati nel settore no-profit nel contesto UE all’inizio di quest’anno.

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