Disney Touché: il mondo diventa uno schermo touch

Potrebbe, ma solo di primo acchito, sembrare curioso ma anche la Disney ha i suoi laboratori di ricerca che, in collaborazione con gli accademici, della Carnegie Mellon University hanno svelato quella che pare proprio essere una futura evoluzione deg...
Disney Touché: il mondo diventa uno schermo touch

Potrebbe, ma solo di primo acchito, sembrare curioso ma anche la Disney ha i suoi laboratori di ricerca che, in collaborazione con gli accademici, della Carnegie Mellon University hanno svelato quella che pare proprio essere una futura evoluzione degli schermi touch coi quali abbiamo a che fare quotidianamente. Il progetto si chiama “Touché“, dall’espressione francese usata nella scherma per evidenziare quando si dà la “stoccata” vincente all’avversario, e mai nome potrebbe essere più calzante. Perché la soluzione presentata dai tecnici di Disney e della Carnegie Mellon, estende all’ennesima potenza le possibilità d’interazione uomo-macchina.

Com’è chiaramente spiegato nel video che vi proponiamo più avanti, gli schermi touch capacitivi usano una singola frequenza per stabilire quando l’utente tocca il display ed in quale punto. Sul display è applicato uno strato di ossido metallico ed ai quattri angoli dello stesso è applicata una tensione che si propaga, quindi, sulla superficie dello schermo. Non appena si posiziona un dito sul display touch, si verifica una variazione della cosiddetta capacità dielettrica.

Il progetto “Touché” di Disney riconosce in modo capacitivo i segnali usando varie frequenze diverse: grazie a questa tecnologia, battezzata “Swept Frequency Capacitive Sensing“, è possibile stabilire in che modo viene toccato o sfiorato un oggetto e, per esempio, da quale parte del corpo. Come si può intuire e come si evince visionando la presentazione video, le possibilità sono virtualmente illimitate. Si possono usare elettrodi ma anche, più semplicemente, il corpo libero: la maniglia di una porta, una superficie solida, un liquido possono diventare ciò con cui è possibile interagire.

Il software installato sul personal computer usato per l’esperimento, come si può notare, è in grado di capire come si sta toccando un oggetto: con un dito, con due dita o se lo si sta afferrando con l’intera mano. A queste situazioni possono essere associate azioni specifiche.

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