Negli uffici della The Walt Disney Company possono finalmente festeggiare, perché le proposte di streaming dell’azienda sono ufficialmente diventate redditizie. La società ha infatti dichiarato di aver guadagnato 47 milioni di dollari da Disney+, Hulu e ESPN+. E sì, è una notizia.
Al pari di altri colossi impegnati in questo segmento, la Casa di Topolino ha faticato e non poco per rendere redditizio il suo business di streaming. Guardando ad esempio allo scorso anno, le tre piattaforme sopracitate hanno registrato una perdita di oltre 500 milioni di dollari. Le cose sono iniziate a cambiare solo lo scorso trimestre, con Display+ e Hulu in positivo (non ESPN+).
L’ultimo trimestre, invece, è stato interamente positivo, come sottolineato dal CEO Bob Iger nella sua dichiarazione: «Questo è stato un trimestre forte per Disney, guidato da risultati eccellenti nel nostro segmento Entertainment sia al botteghino che nel Direct-to-Consumer (DTC), poiché abbiamo raggiunto la redditività in tutte le nostre attività di streaming combinate per la prima volta».
Il CEO ha inoltre aggiunto che da settembre diventerà operativo lo strumento che impedirà ufficialmente la condivisione delle password degli account Disney+. Questa strategia ha consentito a Netflix di aumentare il numero di abbonati, sarà lo stesso per il servizio con i film Marvel, tra gli altri?
Aumentano i prezzi di Disney+ e non solo
Il numero degli abbonati è aumentato, ma di poco, quindi Disney sta ancora cercando di capire come incrementare gli incassi sull’attuale base di utenti. A tal proposito è arrivata una notizia che, per il momento, sembrerebbe riguardare unicamente gli Stati Uniti: l’aumento dei prezzi dei sopracitati servizi di streaming, quindi Disney+, Hulu e ESPN+.
Gli aumenti entreranno in vigore il 17 ottobre e “travolgeranno” tutti i tier delle tre piattaforme. Nel caso di Disney+, ad esempio, il piano mensile con pubblicità passerà da 8 a 10 dollari, quello mensile senza pubblicità invece da 14 a 16 dollari. Al momento non ci sono notizie riguardanti gli altri mercati, come quello italiano, dove il piano più economico (quello con pubblicità) è di 5,99 euro.