La migrazione verso il digitale terrestre non è ancora completata (mancano all’appello tutte le regioni del Sud) che già si profila all’orizzonte un nuovo cambiamento. Nel decreto fiscale approvato dal Governo Monti, è stata infatti inserita la scadenza del 1° gennaio 2015 come data entro la quale tutti i decoder in commercio dovranno risultare compatibili con lo standard DVB-T2. Sì, perché la cifra “2” sta a significare un’evoluzione dell’attuale standard DVB-T utilizzato in tutti i decoder per la televisione digitale terrestre così come nei televisori dotati di decoder integrato e nelle schede per la ricezione del segnale TV dal personal computer.
Elaborato dal consorzio europeo DVB (“Digital Video Broadcasting“), lo standard DVB-T2 porterà alcuni vantaggi: tra i tanti, la possibilità di multiplare in modo molto più flessibile (lasciando libere quindi un maggior numero di frequenze rispetto alla situazione attuale) i segnali audio-video e di migliorare ulteriormente la qualità delle trasmissioni introducendo, molto probabilmente, anche un flusso dati 3D. Lo standard DVB-T2 dovrebbe introdurre anche la cosiddetta “ultradefinizione“, conosciuta con l’appellativo “4K resolution“: il nome deriva dalla risoluzione orizzontale, pari a ben 4.000 pixel. Si tratta di una denominazione che non è coerente con la convenzione sino ad oggi seguita nel campo dell’industria audiovisiva: 480p, 576p, 720p e 1080p, infatti, com’è noto, fanno riferimento alla risoluzione verticale ossia al numero di pixel gestiti sulla verticale.
Nel caso dell'”ultradefinizione” 4K, l’orizzontale rimane costante mentre il numero di pixel in verticale varia sulla base del “rapporto d’aspetto” dell’immagine video. Sul web, almeno per adesso, YouTube è l’unico servizio che consente il caricamento di video con una risoluzione 4K (4.096×3.072 pixel).
Se è vero che i decoder DVB-T2 saranno “retrocompatibili” con DVB-T, gli attuali decoder non potranno essere adeguati alle nuove specifiche dal momento che moltissime sono le differenze lato hardware che permettono di supportare l’uno o l’altro – più aggiornato – standard.
Sebbene, stando a quanto si evince leggendo il provvedimento governativo, dal mese di luglio 2015 non possano essere più commercializzati decoder e televisori incompatibili con lo standard DVB-T2, la coesistenza con l’attuale DVB-T dovrebbe essere garantita ancora per diversi anni. Lo hanno confermato anche i responsabili della Fondazione Ugo Bordoni, ente che svolge attività di ricerca e di consulenza nei settori delle tecnologie delle comunicazioni e dell’informazione.
Intanto, la migrazione verso il digitale terrestre (switch-off) dovrebbe concludersi, su tutto il territorio italiano, entro il 30 giugno 2012.