Google si sta da tempo interessando alle soluzioni che possono essere impiegate in campo medico per migliorare la vita dei pazienti. Basti pensare al progetto Baseline, per la realizzazione di una “mappa” del corpo umano (Google creerà la mappa del corpo umano con Baseline) e alle lenti a contatto per diabetici (Accordo fra Google e Novartis per le lenti a contatto intelligenti) per il monitoraggio continuo del livello di glucosio nel sangue.
Andrew Conrad (nella foto a lato), biologo molecolare cofondatore dell’istituto nazionale di genetica, uno dei responsabili del team di ricerca creato all’interno di Google X, il laboratorio del colosso di Mountain View che è da sempre la fucina dei progetti più innovativi dell’azienda, ha dichiarato come la società fondata da Larry Page e Sergey Brin si stia spingendo ancora più avanti.
Un centinaio di esperti sta infatti lavorando su un progetto per la diagnosi precoce di tumori ed altre malattie basato sull’utilizzo delle nanoparticelle. Google utilizzerà infatti nanoparticelle della dimensione di un millesimo dei globuli rossi capaci di unirsi con altre molecole, cellule e proteine così da individuare eventuali “comportamenti sospetti”.
Servendosi di un apposito dispositivo indossabile, sarà possibile esaminare il carico di informazioni acquisito dalle nanoparticelle in circolo e visualizzare un messaggio d’allerta nel caso in cui vi fossero indizi tali da ritenere necessari ulteriori approfondimenti clinici.
Conrad spiega che l’obiettivo è, ancora una volta, la prevenzione: cancro e malattie cardiovascolari possono essere trattate se scoperte per tempo. “Abbiamo le tecnologie giuste per intervenire e dobbiamo riporre ogni nostro sforzo su questo progetto“, ha dichiarato il medico.
Prima di poter proporre l’innovativo sistema di analisi precoce ai pazienti, Google dovrà comunque ottenere una serie di autorizzazioni da parte della FDA, ente che si occupa della regolamentazione dei prodotti farmaceutici, superare una serie di test clinici controllati da osservatori imparziali e provare che i metodi proposti siano completamente sicuri ed efficaci su larga scala.
Conrad e i suoi affermano infatti che non si arriverà ad una soluzione effettivamente utilizzabile prima di cinque-sette anni.
Google non ha dichiarato quanto denaro è stato stanziato sul progetto. È tuttavia sempre più palese che la società di Mountain View sta cercando di far leva sulle proprie risorse per costruire un team di esperti impegnato su tematiche non strettamente correlate con l’IT. Le ricerche sulle nanotecnologie sono sovvenzionate da molti Stati ma Google, forte delle risorse economiche a disposizione, cerca di ridurre i tempi entrando autonomamente in un settore di mercato, in ottica futura, estremamente redditizio.
Chiamando a raccolta nei suoi laboratori medici, chimici, biologi e ingegneri, Google può senza dubbio spingere l’acceleratore sull’innovazione. E ciò nonostante il legame tra dati personali/sanitari ed una società che da anni gestisce ed organizza le informazioni di milioni di persone in tutto il mondo può sollevare, almeno allo stato attuale, più di qualche punto interrogativo.