Microsoft si è dimostrata tempestiva, accogliendo il modello DeepSeek R1 sulla sua piattaforma di cloud computing Azure e sullo strumento GitHub per sviluppatori. A quanto pare, i rapporto tra il colosso di Redmond e il modello AI cinese sono destinati ad andare anche oltre.
La compagnia ha infatti annunciato che renderà possibile l’integrazione di DeepSeek direttamente sui suoi PC Windows 11 Copilot+, di fatto permettendo di utilizzare il modello direttamente dal computer in questione.
Inizialmente verrà lanciata una versione per i dispositivi Qualcomm Snapdragon X, poi una per i PC Intel Lunar Lake seguita da variante per i processori AMD Ryzen AI 9. Microsoft si impegnerà anche per l’aggiunta del DeepSeek-R1-Distill-Qwen-1.5B al suo Microsoft AI Toolkit per sviluppatori e renderà disponibili anche le versioni 7B e 14B.
Nel blog della compagnia, con notevole soddisfazione, è stato spiegato come attraverso i suddetti modelli sarà possibile sfruttare tutte le potenti NPU sui PC Copilot+.
PC Copilot+ in grado di far girare autonomamente DeepSeek R1: Microsoft strizza l’occhio al modello AI cinese
DeepSeek deve il suo successo, oltre alla sua potenza, anche per le risorse limitate che richiede per funzionare. In tal senso, i PC Windows 11 Copilot+ offrono un ambiente adeguato al suo funzionamento in locale. I dispositivi di Microsoft propongono almeno 256 GB di spazio di archiviazione, 16 GB di RAM e una NPU in grado di produrre un minimo di 40 TOPS di potenza. Di fatto, tutto ciò che serve a DeepSeek R1 per lavorare in autonomia.
La mossa dell’azienda creata da Bill Gates potrebbe essere alquanto strategia. Si parla di una mossa per ridurre la sua dipendenza rispetto a OpenAI, con la possibilità di potenziare Microsoft 365 Copilot AI. D’altro canto, per il modello AI potrebbe essere un vantaggio associare il suo nome a un colosso tecnologico come Microsoft. Ciò potrebbe dissipare i tanti dubbi riguardo la privacy e il trattamento dei dati.
Prima di rendere effettiva la sinergia, Microsoft ha dimostrato di voler comprendere più a fondo l’operato di DeepSeek. A tal proposito, l’azienda sta indagando per capire se effettivamente l’AI sia stata addestrata in modo illegale, come si vocifera con sempre maggiore insistenza negli Stati Uniti.