Stanno destando un po’ di preoccupazione tra i “paladini” a stelle e strisce delle soluzioni basate sull’intelligenza artificiale, le “performance” fatte registrare da DeepSeek, un modello generativo aperto che ha platealmente lanciato la sfida a ChatGPT, Claude, Perplexity e soci. La principale prerogativa della soluzione AI è che il modello DeepSeek R1 può essere scaricato in locale e fatto funzionare sui propri sistemi, senza scambiare un solo bit online. Il secondo aspetto è che DeepSeek si presenta come uno strumento in grado di sfruttare abilità di reasoning: può scomporre un problema in più parti quindi arrivare alla soluzione per passaggi successivi. In terza battuta, DeepSeek è sviluppato dall’omonima realtà cinese.
Il successo di DeepSeek mette in discussione la supremazia di ChatGPT e delle altre soluzioni AI
Il successo della startup cinese DeepSeek con il suo assistente AI omonimo sta suscitato preoccupazioni nella Silicon Valley riguardo alla supremazia tecnologica USA nel campo dell’intelligenza artificiale. L’applicazione DeepSeek per iOS ha scalato rapidamente le classifiche Apple in termini di numero di download, sollevando dubbi sulla solidità della leadership statunitense nel settore.
I Large Language Models (LLM) alla base di DeepSeek sono considerati altamente competitivi rispetto ai modelli più recenti di OpenAI e Meta. Inoltre, la startup ha affermato che i suoi costi di addestramento e sviluppo sono significativamente inferiori rispetto a quelli che devono affrontare i giganti tecnologici statunitensi.
Evidenze che sollevano interrogativi anche sull’efficacia delle sanzioni commerciali statunitensi contro la Cina, che ha continuato a progredire nell’AI nonostante i limiti imposti sull’accesso ai chip avanzati NVIDIA.
L’assistente AI di DeepSeek ha suscitato ammirazione, tra cui quella di Marc Andreessen, investitore di rilievo, che lo ha definito “una delle scoperte più straordinarie e impressionanti”. L’app, che ha ricevuto recensioni molto positive per la sua trasparenza nel mostrare il ragionamento dietro alle risposte, ha conquistato la vetta delle classifiche negli Stati Uniti ed è tra le più scaricate anche sul Play Store di Google (Android).
Capacità di ragionamento eccezionali: vanno attivate manualmente
Potete mettere alla prova DeepSeek non soltanto installando le app ufficiali per Android e iOS oppure, come spiegato in apertura, eseguendo il modello generativo in locale. Il chatbot di DeepSeek, infatti, è disponibile anche sul Web e utilizza un approccio molto simile a ChatGPT. L’accesso a DeepSeek è attualmente consentito sia usando un indirizzo email che un account Google (login via Oauth).
È possibile sia porre a DeepSeek domande generiche che quesiti logico-matematici, sui quali brilla rispetto ad altre soluzioni. Nel caso di ChatGPT, il reasoning è attualmente attivabile soltanto dagli utenti paganti ovvero da tutti coloro che hanno abilitato almeno il piano Pro.
DeepSeek consente invece di abilitare il ragionamento da parte del modello generativo semplicemente cliccando su DeepSeek R1 nel riquadro di inserimento del prompt.
Nell’articolo dedicato a come far ragionare l’intelligenza artificiale o1 con ChatGPT abbiamo fornito alcuni spunti, a nostro avviso interessanti, per sviluppare un vero e proprio banco di prova. In particolare, abbiamo presentato il libro disponibile su Google Books “Test Your Logic” contenente molteplici problemi di logica, alcuni dei quali piuttosto complessi. Usando Google Lens e il traduttore Google, è possibile trasferirli a DeepSeek rendendosi conto della portata del reasoning introdotto dagli sviluppatori.
L’unico “contro” è che nel caso del reasoning tutte le risposte tendono ad essere prodotte in lingua inglese. Si può comunque scrivere “Fornisci la risposta in italiano“, per ottenere un riscontro nella nostra lingua.
Risultati aggiornati grazie alla ricerca Web
Sempre dal riquadro per l’inserimento del prompt, si può eventualmente attivare anche l’opzione Search. Essa permette di ottenere risultati aggiornati, ad esempio contenuti prodotti cercando notizie fresche e accadimenti recenti. In questo caso, attivando Search, la base di conoscenze non è più soltanto quella acquisita in fase di addestramento ma anche il contenuto delle pagine Web recentemente apparse online.
Così, come si vede nell’immagine, sebbene le conoscenze di DeepSeek siano ferme a ottobre 2023, attivando Search il chatbot sa fornire il risultato della finale degli Australian Open tra Sinner e Zverev fornendo anche una descrizione dell’incontro.
Nel caso della ricerca Web, DeepSeek fornisce anche le fonti, che possono essere in italiano, in inglese o in altre lingue. Tutte, indipendentemente dalla lingua in cui risultano gli articoli originali, concorrono a comporre la risposta fornita dall’AI.
L’unico (grande) neo di DeepSeek consiste nell’obbligo di censura applicata su alcuni contenuti e voluta direttamente dal governo cinese. Il modello generativo, per esempio, disconosce tutte le informazioni riguardanti “temi sensibili” per Pechino, come la celeberrima protesta di piazza Tienanmen e la possibilità di un’invasione di Taiwan.
In conclusione, nonostante le incertezze sul futuro, la Cina sta emergendo come un serio competitor, dimostrando di riuscire a colmare il divario tecnologico con gli USA. E il favore degli utenti, che nonostante le limitazioni e i “ban”, vedono complessivamente di buon occhio applicazioni come TikTok, è il principale motore dell’ascesa di DeepSeek. Una soluzione che dimostra come anche l’Oriente possa mettere a punto prodotti evoluti, efficienti e cost-effective nell’ambito dell’intelligenza artificiale.
Credit immagine in apertura: iStock.com – FotografieLink