Gli attacchi informatici stanno aumentando in modo esponenziale, tanto che il Global Threat Intelligence Report di Blackberry ha segnalato 600.000 offensive rispetto a infrastrutture critiche tra luglio e settembre dello scorso anni. In questo contesto le truffe legate alla pratica nota come deepfake rappresentano uno dei trend più preoccupanti.
Il modus operandi può variare a seconda dei gruppi di cybercriminali coinvolti, ma di solito si basa sull’abuso dell’Intelligenza Artificiale per impersonare il dirigente di un’azienda, traendo in inganno un dipendente o una qualunque figura nell’organigramma societario.
Secondo quanto riportato dal sito TechRadar, questo trend potrebbe crescere ulteriormente nei prossimi anni, tanto che entro il solo 2027, i deepfake potrebbero causare 40 miliardi di dollari di danni.
Deepfake e ransomware? Un mix potenzialmente devastante
Va detto che tanto le autorità quanto le piattaforme online stanno cercando di arginare il fenomeno con grande impegna ma, allo stato attuale, con risultati che lasciano a desiderare.
Oltreoceano esistono già leggi come la normativa statunitense US No Fraud AI Act, con una soluzione simile già seguita dal Canada. Dal canto loro, i colossi del settore stanno cercando di impedire abusi dell’AI, come Google che si sta impegnando per eliminare i deepfake espliciti dai risultati delle ricerche.
La pericolosità di questa tecnologia, abbinata ad alcuni gruppi ransomware tra i più attivi del settore (come LockBit e ALPHV), potrebbe creare enormi problemi alle aziende. Secondo quanto affermato da Ismael Valenzuela, Vice President of Threat Research & Intelligence presso BlackBerry, la situazione è grave. Per Valenzuela, le potenzialità di attacco sono molteplici, con minacce che spaziano di già citati ransomware fino allo spionaggio informatico.
Nonostante ciò, lo stesso si è detto ottimista, in quanto la tecnologia gioca anche in favore degli esperti di cybersicurity e, in tal senso, il settore sembra attrezzato per far fronte alle sfide future.