L’applicazione dei deepfake nel contesto cinematografico è un argomento destinato a far discutere, soprattutto se si parla di star scomparse che, attraverso questa tecnologia, potrebbero tornare a vivere in produzioni cinematografiche.
La California è il primo stato americano a muoversi per creare regole chiare in tal senso. Con l’approvazione dell’AB 1836, il governo californiano ha messo su carta un disegno di legge che richiede a chi vuole creare un deepfake di un artista deceduto, di ottenere il consenso esplicito dei loro eredi.
Nonostante la norma richieda ancora l’approvazione del governatore, questa potrebbe segnare un punto di svolta nel rapporto tra cinema e IA. Secondo quanto trapelato, la legge dovrebbe coprire qualunque creazione digitale effettuata tramite tale tecnologia, dunque potenzialmente anche una semplice immagine fissa o una clonazione vocale.
Una legge per regolarizzare l’utilizzo dell’IA per far “rivivere” le grandi star scomparse
SAG-AFTRA, un sindacato degli artisti attivo sul territorio californiano, ha commentato con una nota la norma, affermando come “Per coloro che intende utilizzare repliche digitali di artisti deceduti in film, programmi TV, videogiochi, audiolibri, registrazioni audio e altro, senza prima ottenere il consenso delle proprietà di quegli artisti, è appena arrivato un NO dal Senato della California“. Va ricordato come la scesa in campo della California in questo contesto non è assolutamente casuale, visto che nel suo territorio è inclusa Hollywood, “capitale mondiale” del cinema.
L’utilizzo di star scomparse nel contesto dell’IA è già una realtà da tempo. Basti pensare all’app Reader di ElevenLabs che ha permesso (con l’approvazione degli eredi) di sfruttare la voce di grandi attori del passato come Burt Reynolds, Judy Garland, James Dean e Sir Laurence Olivier.