Deep Research di Gemini arriva anche su iPhone

Deep Research di Gemini su iOS? Sì, ma non per tutti gli utenti: la funzione dell'AI di Google sbarca su iPhone.
Deep Research di Gemini arriva anche su iPhone

Google Gemini ha integrato la nuova funzione Deep Research anche sui dispositivi iOS, ma solo per gli utenti abbonati Gemini Advanced.

La funzionalità, che ha debuttato sulla versione Web del celebre modello AI, è disponibile per gli utenti Android a inizio di febbraio.

Deep Research rappresenta un nuovo modo di intendere le ricerche online, andando oltre alla classica lista di link proposta da Google con le search engine results page (SERP). La risposta alle query, di fatto, diventa molto più discorsiva, avvicinando il motore di ricerca alle conversazioni che l’utente potrebbe avere con un qualunque chatbot in circolazione. Deep Search, di fatto, non si limita a fornire liste di siti a tema, andando a seguire un intero progetto di ricerca.

Nonostante ciò, questa nuova funzione ha anche dei limiti. Per esempio, i tempi per preparare una risposta (soprattutto se un argomento è particolarmente difficile) potrebbero richiedere diversi minuti di attesa da parte dell’utente.

Gemini Deep Research per iOS: un passo fondamentale per lo sviluppo dell’AI di Google

Anche attraverso l’abbonamento a Gemini Advanced, Deep Research presenta dei limiti di utilizzo, il che potrebbe essere un fastidio non da poco per chi vuole semplicemente prendere dimestichezza con questo strumento.

A dispetto degli evidenti limiti, il lancio della funzione su iPhone rappresenta un passo fondamentale per l’AI di Google, che dimostra di voler espandersi anche al di fuori dell’ecosistema del colosso di Mountain View.

Nel frattempo, la concorrenza non sta di certo con le mani in mano. OpenAI con ChatGPT, per esempio, ha presentato giusto qualche giorno fa una funzionalità pressoché identica (tra l’altro con lo stesso nome), con Perplexity che basa la sua stessa esistenza su questo contesto. Complessivamente, i colossi del settore sembrano voler direzionare i propri modelli AI verso un settore come le ricerche online.

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