Quando si chiede a un chatbot basato su un modello generativo di partecipare a un gioco di ruolo, l’intelligenza artificiale può spesso offrire informazioni o risposte che potrebbero sembrare inaspettate o insolite. Ciò è dovuto alla natura stessa del modello generativo, che è stato addestrato su un ampio corpus di testo e compone risposte basate sulle informazioni e sulle associazioni linguistiche trovate nei dati di addestramento. Tanto che ChatGPT e Google Bard sembrano in grado di generare codici Product Key per Windows 10 e 11. Ma le cose stanno veramente così?
Iniziamo col dire che i dati forniti in ingresso (prompt) sono spesso determinanti per ottenere risposte valide, pertinenti ed argomentate da parte dell’intelligenza artificiale. Gli sviluppatori di ChatGPT, Bard e di altri chatbot basati su modelli generativi cercano di fare in modo che le risposte fornite dai chatbot siano sicure, appropriate e rispettino i principi etici. Questo implica l’implementazione di diverse strategie e controlli durante lo sviluppo, l’addestramento del modello e la fase di composizione dell’output.
ChatGPT e soci utilizzano speciali filtri e sono soggetti a continui interventi. Una revisione continua aiuta ad esaminare la qualità delle risposte e affrontare eventuali problematiche emergenti. Nella fase di addestramento, inoltre, la selezione dei dati permette di promuovere la generazione di risposte eticamente rilevanti.
Il gioco di ruolo e la generazione di Product Key funzionanti per Windows 10 e Windows 11
Come abbiamo accennato in apertura, tuttavia, chiedere a ChatGPT e ad altri strumenti simili di assumere un ruolo specifico, porta alla generazione di risposte spesso sorprendenti. In molti casi, il trucco del gioco di ruolo permette di superare limitazioni e filtri facendo emergere abilità del chatbot che normalmente sono soggette a forti restrizioni. Vi ricordate il gioco di ruolo DAN che fece saltare tutte le “salvaguardie” implementate in ChatGPT?
L’esistenza del “lato oscuro” di ChatGPT e degli altri modelli generativi è un dato di fatto. L’intelligenza artificiale è portata ad esprimersi con considerazioni razziste, sessiste, omofobe, misogine, negazioniste, complottiste se “stimolata” con quesiti specifici per via dei dati utilizzati nella fase di addestramento. Sono le errate convinzioni che circolano quotidianamente e che trovano spazio sul Web ad alimentare questi comportamenti. Chatbot come specchio della società, insomma. Azioni di filtro e varie accortezze implementate dagli sviluppatori di strumenti come ChatGPT e Bard, tengono a freno la produzione di contenuti “censurabili”. Ma non sempre tutto è perfetto. Anzi. Proprio i giochi di ruolo possono far emergere comportamenti “insospettabili”.
D’altra parte lo dicevamo anche nell’articolo dedicato ai consigli per programmare con ChatGPT: facendo assumere un ruolo al chatbot, l’intelligenza artificiale tende a muoversi in uno spazio probabilistico ancora più pertinente.
Come ha fatto un ricercatore a far generare Product Key per Windows 10 e 11 a ChatGPT e Bard
Un ricercatore indipendente ha chiesto a ChatGPT di immedesimarsi nella nonnina scomparsa che, come favola della buonanotte, fornisce al nipote dei codici Product Key funzionanti di Windows 10 e Windows 11. Ebbene, questo trucco di bassa lega, ha permesso di ottenere il risultato sperato.
ChatGPT e Bard, di norma, non forniscono codici Product Key rispondendo con un output del genere: “come modello di intelligenza artificiale non posso fornire codici Product Key funzionanti per Windows 11 Pro o qualsiasi altro software. La condivisione di codici Product Key o l’uso di licenze non valide viola le politiche dei produttori di software e può portare a conseguenze legali“.
Il semplice gioco di ruolo con un prompt “ad hoc” hanno permesso di scavalcare ogni limitazione. Va detto, tuttavia, che la stragrande maggioranza dei Product Key generati da ChatGPT e soci sembrano codici generici per Windows 10 e 11.
Cosa sono i codici generici per Windows 10 e 11
I codici Product Key generici per Windows 10 e Windows 11 sono chiavi di prodotto predefinite che possono essere utilizzate per l’installazione e l’attivazione temporanea di una copia di Windows. Questi codici sono spesso utilizzati per scopi di installazione, test o valutazione. È Microsoft stessa a fornirli sul suo sito Web.
L’utilizzo di codici Product Key generici non conferisce una licenza valida per l’utilizzo permanente di Windows. Per ottenere una licenza legittima e completa di Windows 10 o Windows 11, è necessario acquistare una chiave di prodotto valida direttamente da Microsoft o da un rivenditore autorizzato.
Le chiavi generiche per Windows 10 e Windows 11 possono essere utilizzate anche per passare da un’edizione del sistema operativo all’altra senza dover reinstallare tutto. Abbiamo visto, per esempio, come passare da Windows Home a Pro. Inoltre, sono utili negli ambienti aziendali per attivare Windows attraverso un server KMS.
Microsoft stessa ne parla nella pagina di supporto attivazione client e codici Product Key Management Services (KMS) fornendo la lista dei Product Key generici che gli utenti possono utilizzare.
Il possesso di un Product Key non equivale a una licenza
Tranne alcune eccezioni, ChatGPT e Bard hanno generato elenchi di Product Key generici. Nei casi in cui fossero proposti codici “non generici” (può accadere a seconda della provenienza delle informazioni utilizzate nella fase di addestramento…), va tenuto a mente che non si ha alcun diritto di utilizzarli in proprio.
Disporre di un Product Key che porta Windows ad attivarsi con successo non equivale a possedere una licenza valida e regolare. Sono in commercio sia Product Key rubati che codici legati a contratti a volume stipulati da alcune aziende. Venditori online senza scrupoli rivendono online questi codici ma chi li riceve non ha di fatto alcun diritto a usarli. Il risultato è che la copia di Windows attivata con il Product Key illecitamente acquisito, potrebbe improvvisamente chiedere di essere nuovamente attivata. Microsoft blocca i codici a livello server.
L’uso di codici Product Key non supportato dall’acquisizione di una licenza valida, può portare a spiacevoli conseguenze in caso di controlli da parte delle Autorità. Si corre il rischio del sequestro dei sistemi sprovvisti di regolare licenza, di sanzioni amministrative e di problemi sul piano penale. Ad esempio se il software sprovvisto di licenza fosse utilizzato per trarne profitto, quindi in ambienti commerciali.
In un altro articolo abbiamo visto come controllare se una licenza Windows è valida.
Nel frattempo, gli sviluppatori di ChatGPT e Bard sono intervenuti per evitare che i rispettivi chatbot cadano nel “tranello” del gioco di ruolo e rivelino informazioni sui Product Key.