Nell’ultimo periodo si stanno registrando così tante indiscrezioni sulla prossima versione di Windows come non era probabilmente mai accaduto nemmeno nel caso di Windows 7. Secondo quanto scoperto dagli amministratori di un sito russo, una delle ultime “build” di Windows 8, apparsa in Rete nelle scorse settimane, conterrebbe riferimenti ad una sorta di “negozio” per il download gratuito e l’acquisto di applicazioni.
Microsoft sembra così intenzionata ad aprire uno store simile a quello di Apple cercando di avvicinarsi all’idea dell’Ubuntu Software Center, applicazione per la gestione dei pacchetti software che Canonical ha cominciato gradualmente ad introdurre sin dalla versione 9.10 “Karmic Koala” (ottobre 2009) per poi raffinarne sucessivamente il funzionamento.
La piattaforma del colosso di Redmond potrebbe chiamarsi, semplicemente, “Windows Store” – nome desunto osservando il contenuto di alcuni file presenti nell’installazione della versione leaked di Windows 8 -. Sebbene tutte le notizie vadano prese col beneficio d’inventario, il nuovo store targato Microsoft dovrebbe trarre ampiamente vantaggio dalle nuove specifiche di HTML5 ed appoggiarsi a “Azure“, servizio “in-the-cloud“, per la distribuzione dei vari software. Numerosi riferimenti che sarebbero presenti nel registro, farebbero pensare ad una integrazione strettissima col “cuore” del sistema operativo.
La forza dell’Ubuntu Software Center consiste nel poter offrire agli utenti dei repository ufficiali dai quali scaricare i vari pacchetti software oltre ad un meccanismo che si fa carico di segnalare la disponibilità di eventuali aggiornamenti e provvedere alla loro installazione.
Da parte nostra ci auguriamo che il “Windows Store” possa essere capace di gestire le procedure di aggiornamento dei singoli software. Al momento, infatti, il sistema operativo del colosso di Redmond è in grado di controllare la disponibilità di aggiornamenti e patch di sicurezza per i propri software ma non mette a disposizioni strumenti per il controllo di applicazioni sviluppate da terze parti. Come spesso ricordato, se fosse il sistema operativo a farsi carico degli aggiornamenti relativi all’intero parco software installato, si otterrebbero enormi benefici in termini di sicurezza: gli utenti, infatti, indotti ad installare gli update, non tralascerebbero la loro applicazione, evitando quindi che vulnerabilità note possano essere sfruttate per prendere di mira i loro sistemi.
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