Basta un trasmettitore nemmeno troppo costoso, un portatile e giusto un’infarinatura di conoscenze tecniche per disattivare un’intera rete LTE (Long Term Evolution). A sostenerlo sono i ricercatori della Virginia Tech che hanno inviato i risultati del loro studio alla National Telecommunications and Information Administration statunitense. Il grido d’allarme si leva proprio nel momento in cui la maggior parte degli operatori telefonici di tutto il mondo stanno aggiornando le proprie reti mobili o stanno già presentando le prime offerte commerciali per la connessione a banda ultralarga da smartphone e tablet compatibili o chiavette USB LTE.
Secondo Jeffrey H. Reed ed il suo staff, sarebbe sufficiente un semplice trasmettitore a batteria (radio jammer) da circa 650 dollari per mettere completamente fuori uso una stazione trasmissiva in tecnologia LTE che serve migliaia di abbonati. I rischi sono particolarmente elevati, spiega Reed, perché una tecnica come quella illustrata dagli esperti della Virginia Tech potrebbe essere sfruttata anche da parte di terroristi per bloccare istantaneamente le comunicazioni dati sulla rete cellulare.
Sebbene qualunque segnale wireless possa essere “bloccato” inviando un segnale sulla medesima frequenza, i segnali LTE appaiono particolarmente vulnerabili agli attacchi per le modalità con cui avviene la comunicazione tra dispositivo “client” e stazione base. Il telefono od il tablet LTE, infatti, effettuano una continua attività di sincronizzazione con la base station: una piccola porzione dello spettro viene impiegata per questa specifica operazione. Riuscendo a concentrarsi sul blocco della sincronizzazione tra stazione base e dispositivo client, l’aggressore può di fatto impedire ogni comunicazione LTE.
Ovviamente, ed è importante ricordarlo, l’utilizzo dei radio jammer – conosciuti anche come “disturbatori di frequenza” – è illegale. A tal proposito, basti ricordare l’articolo 340 del Codice Penale (“Interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità“): “chiunque (…) cagiona una interruzione o turba la regolarità di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità, è punito con la reclusione fino a un anno. I capi, promotori od organizzatori sono puniti con la reclusione da uno a cinque anni“.