Il cybercrimine è un problema sempre più concreto per molti paesi e, in questo senso, l’Italia non è di meno rispetto a tante altre realtà.
A confermare quanto appena detto è un rapporto proposto da Clusit (Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica), da cui risulta come nel primo semestre dell’anno è stato registrato un incremento del 40% degli attacchi informatici rispetto allo stesso periodo del 2022.
Una percentuale molto alta, soprattutto perché più di un terzo degli attacchi, ovvero il 34%, sembra essersi concentrato sul solo settore manifatturiero, senza dubbio tra i più importanti nel contesto economico italiano.
L’indagine ha preso in esame le segnalazioni ricevute dalla Polizia Postale e ha fornito una panoramica alquanto preoccupante per quanto riguarda il rapporto tra il Bel Paese e il cybercrimine.
Altro fenomeno in forte crescita è quello degli attacchi basati sulle tecniche di social engineering, soprattutto nei confronti dei comuni cittadini. Questo mix pericoloso tra tecniche psicologiche e tecnologia, risulta dunque trovare terreno particolarmente fertile in Italia.
Per quanto concerne le tipologie di minacce attive nel nostro paese, malware e ransomware rappresentano insieme poco meno di un terzo degli attacchi registrati, ovvero il 31%.
Il cybercrimine in Italia: hacktivismo e attacchi DDoS un pericolo concreto
Prendendo in considerazione il tasso di vulnerabilità, l’Italia non ne esce di certo bene. Si parla di un numero di attacchi informatici sempre più alto, con un aumento complessivo, negli ultimi cinque anni, pari al 300%.
Sempre prendendo in esame il primo semestre del 2023, il Bel Paese è stato teatro del 9,6% degli attacchi su scala globale: una quantità enorme, visto che comunque la nostra nazione non è di certo tra le più popolate al mondo.
A tal proposito, risultano sempre più incisivi gli attacchi riconducibili al fenomeno noto come “hacktivismo“. Stiamo parlando di offensive motivate non da motivi economici, come truffe o simili, ma provenienti dall’estero con il fine di indebolire un paese politicamente. In questo senso, i numeri sono impressionanti: circa il 37% dei casi di hacktivismo a livello mondiale hanno infatti colpito proprio la nostra nazione.
Infine, non vanno sottovalutati gli attacchi DDoS, anch’essi in forte crescita. I primi sei mesi del 2023, infatti, hanno fatto registrare un aumento dei casi pari a cinque volte rispetto a quanto registrato nello stesso periodo del 2022.