Fintech e criptovalute sono un universo attraente per investitori più o meno esperti, con volumi di transazioni sempre più elevati.
Tutto ciò, come prevedibile, ha attirato le attenzioni indesiderate di molto cybercriminali. Proprio in questo contesto ha deciso di indagare CoinKickOff, cercando di far luce sul rapporto tra criptovalute e ricerche online.
A tal proposito, un team di ricercatori ha analizzato oltre 28.000 URL, cercando di trovare un modus operandi simile per i cybercriminali che operano in questo settore. I dati ottenuti, hanno fornito una panoramica tanto chiara quanto preoccupante.
In questo contesto, la nicchia più “pericolosa” sembrano essere le altcoin. Questi, infatti, rappresentano un investimento a grosso rischio, capace di ingolosire gli investitori più avventati. Gran parte di chi lavora nel settore non ha adeguata esperienza e, in questo contesto, le frodi sono dietro l’angolo.
Quando si parla di URL pericolosi nel settore fintech, quelli che riguardano altcoin e relativi progetti sono i più diffusi. Ovviamente, i pericoli per gli investitori non finiscono qui.
Altcoin e non solo: tutti i rischi che emergono dalle ricerche online a tema criptovalute
Secondo CoinKickoff, per quanto riguarda le ricerche online, Stellar rappresenta una delle cripto più a rischio.
Progettata per transazioni transfrontaliere veloci e a basso costo, analizzando SERP e siti presenti, i numeri sono impietosi. Si parla del 38% (dunque quasi quattro siti su dieci), collegati in qualche modo a malware o ransomware. Altre cripto a rischio sono Aave (36%), Cronos (32%), Tron (30%) e The Graph (29%).
Non da meno sono le ricerche legate ai wallet crittografici, dove vengono spesso proposte piattaforme che definire di dubbia provenienza è dire poco.
In tal senso, per prevenire problemi di sorta, è bene affidarsi ad exchange più affermati del settore, come Coinbase e Kraken, facendo sempre attenzione di essere sul “sito giusto” e non su una copia.
Anche gli NFT a rischio
Sempre nel contesto della ricerca, gli NFT rappresentano un pericolo. La mancanza di regolamentazione e un ecosistema anonimo, di fatto, sono terreno fertile per i cybercriminali.
In questa landa selvaggia, i malintenzionati si muovono con disinvoltura: si parla del 51,92% di link proposti in SERP che sono pericolosi o comunque conducono verso piattaforme illecite. Di fatto, le ricerche riguardanti gli NFT risultano veri e propri “campi minati”.