L’inventore dell’ormai celeberrima crittovaluta BitCoin sarebbe l’asutraliano Craig Wright. Trovano quindi conferma i recenti scoop di alcune testate statunitensi che già dallo scorso mese di dicembre avevano ricollegato l’identità di Satoshi Nakamoto – così si firmava “la mente” di BitCoin – con quella dell’imprenditore Craig Wright.
Con il preciso intento di chiudere la ridda di indiscrezioni apparse in questi mesi sulla stampa di tutto il mondo ed il caos mediatico attorno alla sua persone, Wright ha ammesso di essere l’ideatore di BitCoin.
Le “prove” sono state trasmesse da Wright alla BBC, al The Economist e a GQ. In particolare, l’australiano ha firmato digitalmente i suoi messaggi utilizzando chiavi crittografiche create agli albori della crittovaluta.
Le chiavi sono al loro volte indissolubilmente legate a blocchi di monete BitCoin che sono state create od ottenute da Nakamoto in seguito ad un’attività di mining (nel riquadro in calce all’articolo Monete virtuali: Bitcoin ha un nuovo fratello, Stellar, abbiamo spiegato che cos’è BitCoin e come funziona).
Wright ha spiegato che i blocchi in questione sono stati usati per inviare 10 BitCoin ad Hal Finney (uno degli ingegneri che sviluppò il protocollo alla base del funzionamento della rete BitCoin), nel corso quella che fu, nel 2009, la prima vera transazione di monete virtuali.
L’imprenditore ha confermato di essere quindi l’ideatore di BitCoin aggiungendo che diverse persone lo hanno aiutato nel compimento dell’impresa.
Subito dopo le rivelazioni di dicembre 2015, Wright ha subìto un’improvvisa perquisizione presso la sua residenza ed i suoi uffici da parte degli agenti del fisco.
L’Agenzia delle Entrate australiana (Australian Taxation Office) ha negato che l’irruzione fosse collegata al presunto coinvolgimento di Wright nel progetto BitCoin.
L’imprenditore ha tuttavia confermato quest’oggi che i suoi legali stanno collaborando con il fisco per definire l’importo che egli dovrà versare.
Adesso, spiega Wright, vuole essere semplicemente lasciato in pace.
Se il “patrimonio” in termini di BitCoin di Satoshi Nakamoto venisse convertito nella valuta statunitense, al cambio oggi varrebbe circa 450 milioni di dollari.