Quello che preconizzavano alcuni esperti è successo: un gruppo di criminali informatici ha rubato poco più di 18.500 “bitcoins” dai server di Bitcoinica, sito web che sino a venerdì scorso permetteva lo scambio tra utenti della “moneta virtuale”. Il furto è stato valutato intorno ai 90.000 dollari: è infatti questo il controvalore dei “bitcoin” sottratti.
Ma andiamo per gradi. “Bitcoin” è a tutti gli effetti una sorta di “moneta virtuale” che può essere coniata in modo anonimo da parte di chiunque e che può essere sfruttata per effettuare transazioni online. Il sistema su cui si basa “Bitcoin” è stato concepito nel 2008 da Satoshi Nakamoto, sfrutta l’utilizzo di un software opensource e di una rete peer-to-peer.
“Bitcoin” non poggia su un database centralizzato ma su un archivio distribuito tra i vari nodi della rete in cui vengono registrate dinamicamente tutte le transazioni effettuate. L’impiego di un algoritmo crittografico fa sì che i “bitcoins” possano essere spesi solamente dal legittimo proprietario e che monete già “elargite” a terzi non possano essere in qualche modo recuperate.
“Bitcoin” evita di appoggiarsi a carte di credito ed istituti bancari spazzando via anche inflazione e tasse (chi usa le monete virtuali, dette gettoni, può volontariamente offrirsi di versare un corrispettivo per ciascuna transazione effettuata; in questo modo la velocità di trasferimento crescerà ed un incentivo per tenere attivi i nodi della rete). I detrattori, che la definiscono come “la moneta virtuale più pericolosa“, fanno comunque presente come “Bitcoin” possa essere potenzialmente sfruttato per avviare il commercio di materiale illegale attraverso la Rete. Diametralmente opposta la posizione della Electonic Frontier Foundation (EFF) che considera “Bitcoin” un progetto sottratto all’ingerenza dei governi.
Gli effetti indesiderati, comunque, ci sono. In molti hanno ipotizzato che se qualcuno disponesse di una batteria di computer con una enorme potenza di calcolo, potrebbe riuscire a generare un elevato numero di “Bitcoin“. Per non parlare degli attacchi informatici, come è successo nel caso di Bitcoinica“, sito web che scambia “bitcoins” con dollari statunitensi e viceversa (sono moltissimi i siti del genere).
Il valore dell’economia di “Bitcoin” è valutato (dati di gennaio 2012) intorno ai 57 milioni di dollari USA. Il controvalore di ogni singolo “bitcoin” è attualmente pari a circa 4,76 dollari; 9 milioni i “gettoni” al momento in circolazione che comunque non potranno aumentare sino all’infinito potendo solo tendere asintoticamente al limite di 21 milioni.