Negli ultimi giorni si è parlato molto dei piani di Microsoft che starebbe tornando ai rilasci triennali per i suoi sistemi operativi preparando già il terreno per l’arrivo di Windows 12, atteso per la seconda metà del 2024.
Sarà un sistema operativo ancora più “cloud-oriented” rispetto a Windows 11 che presto, vedendo le modifiche che i tecnici di Microsoft stanno apportando all’interfaccia utente, si fonderà con Windows 365 Cloud PC. Addirittura sarà possibile avviare macchine cloud da un normale computer che può avere anche una configurazione hardware mediocre e quindi essere molto economico: si chiamano thin client o cloud client. L’avvio della macchina virtuale cloud può avvenire anche al boot quindi all’accensione della macchina basata su Windows.
Microsoft sembra stia lavorando senza sosta su questa linea: il progetto CorePC dovrebbe essere una variante modulare e personalizzabile di Windows progettata per funzionare con diversi tipi di dispositivi e fattori di forma.
Secondo quanto riferiscono fonti vicine alla società guidata da Satya Nadella, CorePC sarà simile a iOS e Android andando a competere con ChromeOS di Google sui notebook più economici.
Per molti anni Microsoft ha cercato di modernizzare la piattaforma Windows: uno dei tentativi più recenti è stato Windows Core OS. L’obiettivo era quello di realizzare un sistema operativo modulare, basato sulle app UWP e capace di spogliare la piattaforma delle funzionalità legacy e della compatibilità con i programmi più vecchi in favore di un’accelerazione sulle performance, sulla sicurezza e sulla semplificazione degli aggiornamenti.
Accantonati i progetti del passato, Microsoft torna però all’idea di un Windows modulare con CorePC: il grande cambiamento rispetto alle attuali versioni del sistema operativo è che CorePC introduce una separazione di stato andando a utilizzare anche partizioni di sola lettura.
Windows non usa la separazione di stato: l’intero sistema è installato in una singola partizione scrivibile. File di sistema, dati utente e file dei programmi sono tutti memorizzati nello stesso posto. Con CorePC, invece, si vuole suddividere il sistema operativo in più partizioni introducendo quella separazioni che viene da anni usata in iOS, iPadOS e Android.
La separazione di stato apre a una funzionalità di ripristino del sistema più rapida e affidabile, semplifica la gestione e l’installazione degli aggiornamenti, contribuisce a rendere affidabile Windows nel suo complesso. Almeno sulla carta.
Vi ricordate il sistema operativo Windows 10X ormai morto e sepolto? Ebbene, già allora Microsoft parlava della separazione di stato e il lavoro svolto a suo tempo non è stato cestinato.
CorePC sarà probabilmente rilasciato anche in una versione “silicon-optimized” progettata per ridurre l’overhead, concentrarsi sulle abilità di intelligenza artificiale dei singoli dispositivi e ottimizzare verticalmente le esperienze hardware e software in modo simile a quello che è stato fatto con Apple Silicon. Le esperienze di intelligenza artificiale sono un obiettivo chiave per Windows nel 2024: questo è ormai assodato.
Non c’è ancora una data per il rilascio di CorePC, ma Microsoft starebbe completando il lavoro residuo in modo da arrivare sul mercato entro fine 2024.