Internet Archive ha perso il primo round di una battaglia legale che vede le sue ragioni contrapposte alle tesi accusatorie di un nutrito gruppo di editori.
In un altro articolo abbiamo visto cos’è Internet Archive e di come questa piattaforma rappresenti la memoria storica del Web. Si tratta infatti di una sconfinata biblioteca digitale senza scopo di lucro che conserva e fornisce accesso a pubblicazioni di ogni genere in formato elettronico.
Una sezione di Internet Archive, chiamata Wayback Machine, permette addirittura di scoprire come si presentava un sito o una pagina Web tempo fa.
Il programma Controlled Digital Lending (CDL) promosso da Internet Archive consente alle persone di trattenere le copie digitali dei libri per due settimane o meno. Se l’archivio e le sue biblioteche partner hanno una sola copia di un libro, allora solo un utente alla volta può prenderlo in prestito, proprio come qualsiasi altra biblioteca fisica.
Attraverso CDL, Internet Archive sta contribuendo a promuovere la ricerca e l’apprendimento aiutando i suoi utenti ad accedere ai testi da qualunque luogo e assicurando la continuità dell’accesso ai libri anche quando i rispettivi editori non sono più interessati alla ristampa.
Le biblioteche hanno pagato agli editori miliardi di euro per i libri nelle loro collezioni stampate e stanno investendo enormi risorse nella digitalizzazione per preservare quei testi. CDL aiuta a garantire che il pubblico possa utilizzare appieno i libri che le biblioteche hanno acquistato e pagato.
Eppure per gli editori che hanno portato Internet Archive in tribunale le cose non stanno così: affermano che il programma CDL è già costato milioni alle loro aziende e rappresenta una minaccia per le loro attività.
Un giudice statunitense di primo grado ha dato ragione agli editori rigettando la tesi di Internet Archive secondo cui le copie scansionate dei libri sarebbero state utilizzate e ripubblicate online secondo il principio del fair use.
Il principio del fair use è una dottrina legale negli Stati Uniti che consente l’utilizzo limitato di materiale protetto dal diritto d’autore senza l’autorizzazione del titolare del copyright. Questo principio è stato sancito al fine di equilibrare il diritto d’autore con la libertà di espressione e di informazione consentendo a individui e organizzazioni di utilizzare opere protette dal diritto d’autore in determinati contesti senza doverne chiedere l’autorizzazione o pagare delle royalty.
Per il giudice, Internet Archive non ha trasformato l’opera originale ma si sarebbe limitata alla realizzazione di una semplice copia digitale. Inoltre, “sebbene non realizzi un profitto monetario“, si legge nella decisione, “Internet Archive ottiene comunque un vantaggio dalla distribuzione e dall’uso delle opere senza rendere conto al detentore del copyright“.
Prendendo in esame Google Books o Google Libri, servizio che in passato ha affrontato contestazioni simili a quelle avanzate nei confronti di Internet Archive, in questo caso si parla di una “trasformazione” perché l’azienda di Mountain View ha creato un database con informazioni ricercabili anziché limitarsi alla semplice pubblicazione delle copie dei testi.
Il fondatore di Internet Archive, Brewster Kahle, ha dichiarato che “le biblioteche sono più che reparti di assistenza clienti per prodotti tratti da cataloghi aziendali. Affinché la democrazia prosperi su scala globale, le biblioteche devono essere in grado di sostenere il loro ruolo storico nella società: possedere, conservare e prestare libri“.
In una nota pubblicata sul blog di Internet Archive si fa presente che l’organizzazione no-profit continuerà a lottare per tutelare il diritto delle biblioteche a possedere, prestare e conservare i libri. “Faremo appello contro la sentenza e incoraggeremo tutti a riunirsi come comunità per sostenere le biblioteche contro questo attacco“.
Da Internet Archive si sottolinea infine che quanto accaduto non mette in discussione molti dei servizi offerti: l’attività di digitalizzazione dei libri, tra cui il prestito interbibliotecario, il supporto diretto per le citazioni, l’accesso per i disabili alla stampa, l’estrazione di testo e dati, l’acquisto di ebook e la continua donazione e conservazione dei testi.