Cos'è l'edge computing e perché Microsoft vi sta investendo tanto

Microsoft propone soluzioni per l'edge computing: di che cosa si tratta. Stringe anche una partnership con DJI per rendere i droni in grado di riconoscere gli oggetti e reagire a determinati eventi. La spina dorsale è costituita da Azure IoT Edge.

Alla conferenza Build 2018 Microsoft ha posto grande enfasi sul tema edge computing descrivendolo come un tema sempre più caldo nel prossimo futuro, sia per gli sviluppatori che per gli utenti finali.

Ma cos’è l’edge computing?

Oggi stiamo vivendo l’era del cloud: buona parte degli utenti oggi utilizza servizi come Google Drive, Gmail, Dropbox, Onedrive, Office 365, Slack e così via. I dati sono memorizzati sul cloud e buona parte delle risorse computazionali che fanno funzionare le app sono rese disponibili dai fornitori di ciascun servizio cloud.


Nel complesso, buona parte delle risorse utilizzate per erogare servizi e applicazioni attraverso la rete poggiano sulle infrastrutture e sugli strumenti forniti da quattro “big” del settore: Amazon, Google, Microsoft e IBM.
Parlando di public cloud, ovvero di risorse impegnabili per il periodo di tempo stabilito contrattualmente dai clienti (intesi anche come grandi aziende), è Amazon a detenere oggi il 47% del mercato ossia la fetta di torta più grande in assoluto.

Ciò che doveva essere centralizzato, quindi, è già stato centralizzato proprio appoggiandosi alle risorse messe a disposizione da Amazon, Google, Microsoft e IBM.
L’attenzione si sposta a questo punto sull’edge computing ovvero sulle elaborazioni che vengono svolte in prossimità o in corrispondenza della sorgente dei dati (edge significa infatti “bordo” in inglese).

L’edge computing va quindi a braccetto con l’infrastruttura cloud remota perché deve supportare applicazioni e servizi affinché riducano al minimo le latenze, fornire garanzie in materia di sicurezza e privacy nonché di banda di rete.

Ecco perché Microsoft ha recentemente presentato Azure Sphere: Azure Sphere OS: perché non deve sorprendere il rilascio da parte di Microsoft del primo sistema operativo Linux. Il sistema operativo viene installato sui dispositivi edge ma “il cervello” risiede sul cloud con tutte le conseguenze del caso.
Essendo la potenza computazionale limitata sui dispositivi edge, essi non risultano neppure aggredibili da remoto riducendo al massimo la superficie d’attacco.

L’edge computing permetterà di guardare ai dispositivi per l’Internet delle Cose di nuova generazione come device molto più sicuri perché essi non conservano alcun dato, non possono essere attaccati singolarmente e il software in esso installato si aggiorna automaticamente.

In occasione della Build 2018, i responsabili di Microsoft hanno presentato Azure IoT Edge Runtime così da permettere ai clienti di fare debug e modificare “il contenuto” dei dispositivi edge in maniera molto più semplice e veloce.


Azure IoT Edge è il servizio cloud progettato per offrire agli utenti un'”istantanea” estremamente dettagliata di tutto ciò che accade sui dispositivi edge, ad esempio i dati raccolti dai singoli sensori o da device più smart.

I servizi cognitivi disponibili sulla piattaforma Azure (dei quali avevamo parlato a suo tempo: Applicazioni più intelligenti con Azure Cognitive Services e Bot Framework) si arricchiscono oggi di strumenti Custom Vision.
Essi consentiranno agli sviluppatori di attivare Azure IoT Edge su dispositivi come droni e attrezzature industriali: essi acquisiranno abilità in fatto di visione artificiale e potranno essere “addestrati” per reagire a determinati eventi.

Il noto produttore di droni DJI ha avviato una collaborazione con Microsoft per realizzare un kit di sviluppo che consentirà agli utenti di assumere pieno controllo dei dispositivi dai PC WIndows 10 con la possibilità di trasferirvi tutti i dati raccolti durante il volo.

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