L’Intelligenza Artificiale, a quanto pare, è ormai così evoluta da poter entrare a far parte del sistema legale di un paese.
Stiamo parlando di Copilot e, nello specifico, di Singapore. Il paese asiatico ha infatti deciso di integrare Copilot per Microsoft 365 nella piattaforma tecnologica legale, pur sottolineando con convinzione come risulti essenziale la supervisione umana.
La piattaforma in questione, sviluppata dal Ministero della Giustizia, grazie a una partnership con l’azienda Lupl, ha come obiettivo quello di aiutare studi legali nonché piccole e medie imprese a sfruttare la tecnologia per rendere più rapidi i processi. Grazie a questo strumento, gli avvocati possono monitorare i processi, esaminare bozze di documenti, confrontarsi con colleghi e clienti, oltre a poter giovare di funzioni legate alla sfera amministrativa.
In questo contesto, Copilot sembra essere la soluzione ideale per automatizzare alcune procedure, come il monitoraggio delle scadenze e altre pratiche abituali in questo settore.
Singapore dice sì all’IA nel sistema legale pur mantenendo un atteggiamento prudente
A livello pratico, gli avvocati qualificati per esercitare la professione legale a Singapore possono utilizzare Copilot (così come qualsiasi altro strumento legato all’Intelligenza Artificiale generativa) per supportare il loro lavoro. Nonostante ciò, il ministro per la cultura Edwin Tong, ha voluto mettere in guardia i professionisti del settore. Tong ha spiegato come questi strumenti vanno applicati con grande prudenza, considerando “immorale” un utilizzo senza controllo adeguato.
L’integrazione dell’IA nel sistema legale di Singapore segue una serie di tentativi di coniugare tale tecnologia in questo settore. Il caso più famoso è quello risalente al 2023, quando alcuni avvocati di New York avevano utilizzato ChatGPT per generare una memoria legale, poi presentata a un giudice, in cui l’IA aveva inserito anche alcune citazioni false.
Nonostante le sanzioni conseguenti, la sinergia tra IA e sistema legale appare inevitabile e, in questo senso, l’approccio di Singapore sembra comunque risultare responsabile. Va comunque ricordato come un altro paese ben più vicino a noi come la Gran Bretagna, ha già dimostrato di voler portare l’IA nei tribunali.