I cookie di terze parti sono piccoli file di testo memorizzati dal browser sul dispositivo in uso. La principale caratteristica che li distingue dai cookie di prima parte è che sono impostati da un dominio diverso rispetto al sito che l’utente sta visitando. In altre parole, mentre i cookie di prima parte sono generati dal sito Web in corso di consultazione, quelli di terza parte sono creati da altri domini.
I cookie di prima parte sono spesso cookie tecnici, ovvero sono utilizzati annotare informazioni sul comportamento dell’utente sul sito, come le preferenze di navigazione, le impostazioni personalizzate, i prodotti inseriti in un carrello nel caso di una piattaforma e-commerce e così via. Viceversa, i cookie di terze parti sono utilizzati da network pubblicitari e aziende che analizzano il comportamento degli utenti su più siti Web, con lo scopo di raccogliere informazioni dettagliate sugli interessi e le abitudini di navigazione.
Il massiccio utilizzo di tracking cookie, ha fatto scattare, qualche tempo fa, l’intervento del legislatore europeo. Come riassume anche il Garante Privacy italiano, gli editori di siti Web sono oggi tenuti a raccogliere il consenso esplicito ed informato degli utenti prima di rilasciare qualunque cookie tracciante.
Il programma che mette al bando i cookie di terze parti e li sostituisce con Privacy Sandbox
Presentata in Italia appena qualche giorno fa, la piattaforma Google Privacy Sandbox mira a bilanciare gli interessi degli utenti con quelli degli inserzionisti e degli editori online. Il sistema proposto da Google, che sarà presto implementato in Chrome, evita l’utilizzo di qualsiasi cookie in grado di tracciare gli utenti e consegna al browser Web il compito di condividere alcune informazioni sugli interessi di ciascun utente.
Nella sua disamina tecnica, Google spiega che la raccolta dei dati avviene in maniera del tutto rispettosa della privacy, senza rastrellare indirizzo IP e altre informazioni che potrebbero consentire l’identificazione univoca di un utente.
Così, come conferma la timeline condivisa da Google, entro marzo 2024 il supporto dei cookie di terza parte sarà disattivato per l’1% degli utenti. La fase di accantonamento dei cookie di terze parte entrerà poi nel vivo in estate, tra luglio e settembre, quando Google ha in programma di estendere il programma Privacy Sandbox a una platea di installazioni molto più ampia.
Come conferma questo messaggio, l’esclusione del supporto per i cookie di terze parti comincerà con Chromium, il browser libero da cui è ricavata buona parte del codice alla base del funzionamento di Chrome. L’azienda di Mountain View proseguirà quindi con le versioni stabili del suo browser a sorgente chiuso (Chrome).
Inutile dire che il lavoro in corso di svolgimento su Chromium ha l’evidente obiettivo di introdurre un trattamento simile per i cookie traccianti anche sui browser di terze parti. Sono infatti tanti i browser Web che i vari sviluppatori hanno fatto derivare direttamente proprio dal codice di Chromium.
Come provare in anteprima le modifiche introdotte dal 2024
C’è un semplice meccanismo che può utilizzare chi volesse simulare, già oggi, l’abolizione dei cookie di terza parte in modo da analizzarne l’impatto.
Basta infatti digitare chrome://flags#test-third-party-cookie-phaseout
nella barra degli indirizzi di Chrome quindi impostare su Enabled la voce Test Third Party Cookie Phaseout per poi riavviare il browser in modo da rendere effettiva la modifica.
L’impostazione fa parte delle tante regolazioni avanzate disponibili sotto forma di Chrome flags.