Tim Cook (a sinistra, in una foto con Steve Jobs), il CEO di Apple, si è reso disponibile ieri ai giornalisti per una lunga intervista durante la quale ha parlato del passato, del presente e del futuro dell’azienda da lui guidata. Tante le osservazioni “a tutto campo” del numero uno della Mela: ne riassumiamo, di seguito, le principali.
La denominazione dei prodotti di Apple e le critiche su Siri
Rispondendo ad un quesito col quale veniva chiesto conto della bizzarra nomenclatura scelta da Apple per i suoi dispositivi, Cook ha fornito qualche dettaglio “inedito”. “Perché avete pensato di passare da un iPad ad un iPad 2 e, di nuovo, alla denominazione iPad? E perché, ancora, avete scelto di chiamare iPhone 4S il successore dell’iPhone 4?“, è stata la domanda rivolta al numero uno di Apple. “Se pensate all’iPod, si tratta di un dispositivo che ha subìto diverse modifiche. Dopo averne modificato il fattore di forma siamo passati all’iPod Nano quindi, una volta effettuati interventi molto più approfonditi, siamo usciti con l’iPod Shuffle“. Apple, quindi, preferisce scegliere i nomi dei suoi prodotti caso per caso, senza seguire convenzioni prefissate. Basti pensare al passaggio dal MacBook Pro, al MacBook Air sino all’iMac, ha aggiunto Cook.
Il CEO di Apple ha rivelato che la “S” dell’iPhone 4S è l’iniziale di “Siri“, l’assistente vocale che la società ha deciso di inserire nell’ultimo modelo del suo smartphone. Nell’iPhone 3GS, la lettera “S” sta per “speed“.
Cook ha preferito glissare completamente la richiesta di qualche indizio sulla denominazione del prossimo iPhone, battezzato dalla stampa – per ora – iPhone 5. “Qual è la prossima domanda?“, ha detto Cook con un sorriso.
Rispondendo ad alcune critiche sul funzionamento di Siri, Cook ha rivelato che l’azienda ha in serbo, per i prossimi mesi, delle novità giudicate estremamente interessanti. “Stiamo sviluppando idee nuove su ciò che Siri potrà essere a breve in grado di fare“, ha dichiarato. Alluderà forse al lancio di iOS 6, nuova versione del sistema operativo che dovrebbe integrare le API di Siri, capaci di mettere nelle mani degli sviluppatori tutti gli strumenti per integrare l’assistente vocale nelle loro applicazioni? Se ne saprà di più il prossimo 11 giugno, in occasione dell’annuale WWDC.
La guerra dei brevetti
Le battaglie legali in materia di brevetti rappresentano un problema per l’innovazione? In relazione alle tante vertenze in cui Apple è coinvolta, spesso nel ruolo di promotrice, Cook si è limitato a dichiarare come soggetti terzi non siano autorizzati ad attingere liberamente a quanto realizzato dai tecnici della sua azienda. Il CEO della Mela ha paragonato la sua società ad un’opera d’arte che altri pretendano di voler autografare. “Desideriamo semplicemente che le altre realtà sviluppino innovazioni con le proprie idee“.
Secondo Cook, i legali non hanno mai convocato in giudizio altre aziende contestando la violazione di brevetti utilizzati negli standard industriali ormai affermati. “È qui che il sistema dei brevetti mostra le sue deficienze“, ha sostenuto “il successore di Steve Jobs”. “Il problema è che se si riconoscessero come validi alcuni brevetti usati negli standard industriali, nessuna società potrebbe trovarsi ad operare nel settore della telefonia mobile. Ciò è assolutamente folle“.
I rapporti con Facebook
“Stay tuned” ossia “restate sintonizzati“. Questa l’espressione che Cook ha ripetuto più volte quando gli sono state chieste delucidazioni sui rapporti in essere con Facebook. Il riferimento è alla mancanza di un’integrazione sui dispositivi iOS sia con il social network di Zuckerberg sia con Twitter.
“Facebook è un grande azienda e le nostre relazioni sono solide. (…) Abbiamo un grande rispetto l’una per l’altra“. Dalle parole di Cook, sebbene povere di dettagli, emerge la volontà, sia di Apple, sia di Facebook, di collaborare spalla a spalla.
Tim Cook non vuole essere il novello Steve Jobs
“Steve è stato un genio, un precursore dei tempi. Non ho mai quindi ritenuto che il mio ruolo fosse quello di rimpiazzarlo. Non ho mai sentito il peso di dover provare ad essere un nuovo Steve Jobs. Non è certo il mio obiettivo; sono ciò che sono e voglio essere soltanto questo. Un buon CEO per Apple“, ha dichiarato Tim Cook che spiega come le decisioni siano prese da un team di persone competenti, così come accadeva già in passato. Cook respinge quindi al mittente le critiche rivolte ad un’azienda che viene descritta come una realtà non all’altezza di tenere il passo, privata di una figura carismatica come Steve Jobs e spiega: “le aziende quando in confusione quando pensano che il loro obiettivo primario sia il profitto, il valore azionario od aspetti similari. È invece indispensabili concentrarsi su tutto ciò che poi porterà a tali obiettivi. Per noi, l’interesse principale è quello di creare prodotti validi. Tutte le nostre energie sono concentrate su questo e non sui risultati del nostro lavoro“.