L’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, con la collaborazione della Fondazione Ugo Bordoni ed il supporto dell’Istituto Superiore delle Comunicazioni, aveva lanciato – esattamente tre anni fa – il progetto Misura Internet, iniziativa volta a fornire gli strumenti per valutare le prestazioni della propria connessione a banda larga su rete fissa. L’applicazione Ne.Me.Sys., in particolare, può essere utilizzata per presentare una contestazione al provider nel caso in cui le performance del collegamento dati non fossero all’altezza delle condizioni commerciali e contrattuali.
Nel nostro articolo Connessione Internet lenta: come diagnosticare e risolvere il problema, abbiamo illustrato diverse metodologie che permettono di verificare le cause di un collegamento lento od instabile.
Oggi AGCOM ha comunicato di aver esteso il suo raggio d’azione sulla connessioni mobili. Nel periodo compreso fra fine gennaio e fine maggio 2013, un autoveicolo ha percorso circa 6.000 chilometri in lungo ed in largo per la Penisola verificando le prestazioni garantite dai vari operatori di telefonia mobile (3, TIM, Vodafone e Wind).
I tecnici incaricati dall’autorità hanno effettuato migliaia di test in diverse zone delle 20 principali città italiane. I risultati sono consultabili a questo indirizzo, in un documento PDF che illustra nel dettaglio anche la metodologia seguita nel corso dell’attività di benchmarking.
Mediamente, la miglior velocità in download è stata garantita da Vodafone (circa 7,3 Mbit/s). A seguire 3 con 6,7 Mbit/s, TIM con 6,5 Mbit/s e Wind con 4,7 Mbit/s. I dati non si riferiscono alle connessioni mobili erogate con tecnologia LTE. Considerata la parziale diffusione di tale tecnologia, infatti, essa non è stata per il momento presa in considerazione nei test AGCOM.
Se nei più importanti capoluoghi di regione la situazione appare incoraggiante, valori nettamente più contenuti si sono rilevati in città popolose di più piccole dimensioni.
C’è però un problema di fondo, l’indagine commissionata dall’AGCOM non offre una visione complessiva: le prestazioni che si rilevano infatti in provincia o comunque in aree periferiche sono ad oggi nettamente inferiori, con collegamenti mobili, tra l’altro, che appaiono molto meno stabili.