La pratica conosciuta come condivisione P2P (ovvero peer-to-peer) è ormai diffusa da anni online.
Attraverso questa tecnica, infatti, è possibile scambiare file di grandi dimensioni senza per forza fare affidamento per il download. Nonostante questa pratica sia spesso abbinata a software contraffatto, in realtà risulta del tutto legale di per sé.
A prescindere dalla legalità o meno dei contenuti scaricati la condivisione di file P2P resta un concreto pericolo per gli utenti. In questo contesto, infatti, vengono spesso diffusi malware di vario tipo che possono causare anche enormi danni ai computer delle vittime. In questo senso, quali possono essere le minacce più diffuse che caratterizzano il contesto P2P?
Scaricare file attraverso il peer-to-peer, per esempio, può mettere gli utenti di fronte ai worm. Stiamo parlando di software autoreplicanti, capaci di diffondersi in modo veloce attraverso i network di condivisione file.
Una volta che un worm infetta un computer, può eseguire una serie di attività dannose, capaci di spaziare dagli attacchi DDoS fino alla creazione di backdoor, capaci di aprire la strada ad ulteriori agenti malevoli.
Se i worm possono inquietare gli utenti di piattaforme P2P, va però considerato che sono solo la “punta dell’iceberg“.
Worm e non solo: tutti i rischi della condivisione di file P2P
Anche i famigerati spyware possono essere spesso associati alla condivisione di file di grossi dimensioni.
Stiamo parlando di malware capaci di spiare le vittime, individuando informazioni sensibili come credenziali di accesso, password e tanto altro. Questo agente malevolo viene spesso diffuso attraverso software apparentemente innocuo, spesso manipolato di proposito per diventare una “spia” al servizio dei cybercriminali.
Non da meno sono i rootkit, ovvero software dannosi ideati per accedere a un sistema informatico e nascondersi rispetto agli strumenti di rilevamento. Questi vengono spesso diffusi attrafverso reti di condivisione di file P2P, abbinati a software e videogiochi contraffatti.
I rootkit sono particolarmente pericolosi perché operano al livello di privilegio più alto possibile, noto come accesso, ottenendo dunque il controllo completo sul sistema compromesso.
L’ambiente esaminato, poi, si propone anche come ideale per il proliferare degli Adware. Questi software malevoli, rispetto agli altri finora elencati, sono più direzionati verso lo spam pubblicitario. Spesso intaccano i browser, attraverso pop-up, banner o annunci molesti che rendono quasi del tutto impraticabile la navigazione online.
Infine, non vanno sottovalutati i ransomware. Questi attacchi mirano a crittografare i file presenti su un dispositivo e a chiedere un riscatto per la loro “restituzione”. Sebbene diffusi prevalentemente nel contesto aziendale, non è raro che comuni utenti possano venire a contatto con questi agenti malevoli.
Di fatto, per evitare potenziali disastri, è bene fare grande attenzione quando si pratica la condivisione di file P2P. Oltre a fare attenzione alla provenienza di ciò che si scarica, è bene adottare un sistema antivirus avanzato, capace di individuare in tempo utile le potenziali minacce.