La maggior parte degli sviluppatori conosce un numero limitato di linguaggi di programmazione. In realtà, il mondo dei linguaggi di programmazione non è affatto statico ed anzi, negli ultimi anni, è divenuto ancora più frizzante. La nascita di un nuovo linguaggio di programmazione può essere motivata da diversi fattori: per semplificare lo sviluppo del software, rendendo più efficiente e produttivo il processo di programmazione; per affrontare problemi specifici (alcuni linguaggi si rivelano più adatti per il calcolo scientifico, l’elaborazione di immagini, l’intelligenza artificiale o la programmazione Web); per migliorare la leggibilità e la comprensibilità del codice; per massimizzare le prestazioni; per soddisfare esigenze specifiche del settore.
L’esempio del linguaggio di programmazione Red: cos’è e a cosa serve
Nell’ultimo periodo si parla tanto del linguaggio di programmazione Red. Si tratta di linguaggio di scripting, compilato e orientato agli oggetti che a sua volta è nato prendendo le mosse da Rebol (Relative Expression Based Object Language). È stato creato con l’obiettivo di essere semplice, flessibile e leggibile, fornendo un’esperienza di programmazione concisa e espressiva.
Ideato nel 2011 da Nenad Rakočević, il linguaggio Red inizia oggi a diventare più popolare per il fatto che si sta rapidamente avvicinando alla sua prima versione stabile, attesa entro fine 2023.
Red combina caratteristiche di diversi paradigmi di programmazione: funzionale, imperativo e orientato agli oggetti. È dotato di un sistema di tipi dinamici e supporta il rilevamento automatico dei tipi. Una delle caratteristiche distintive di Red è la sua sintassi compatta e minimalista, che si concentra sull’essenziale e cerca di ridurre al minimo la verbosità del codice.
Verbosità è la traduzione italiana (peraltro non propriamente felice) del termine inglese verbosity: con riferimento al codice di programmazione, la verbosità è la quantità di righe necessarie per esprimere una determinata logica o funzionalità. Un codice verboso è caratterizzato da una maggiore quantità di parole, sintassi o strutture rispetto a un codice più conciso.
Il linguaggio Red è altamente portabile e può essere eseguito su diverse piattaforme, tra cui Windows, macOS, Linux, Android e altre ancora. Offre anche un’implementazione chiamata Red/System, un sottoinsieme di Red ottimizzato per le prestazioni e la programmazione a basso livello.
I principali vantaggi del linguaggio Red
Red è progettato per essere versatile e può essere utilizzato per una vasta gamma di applicazioni, come lo sviluppo di applicazioni desktop, Web e mobili, scripting, automazione, elaborazione dei dati e altro ancora. È facile da imparare ed è caratterizzato da un approccio pratico alla programmazione.
Tra le principali caratteristiche di Red vi è la sicuramente la semplicità e concisione: ha una sintassi pulita e leggibile, che facilita la scrittura del codice e la comprensione del programma.
Red, inoltre, è flessibile offrendo una vasta gamma di funzioni integrate per manipolare dati e gestire flussi di controllo. Come accennato in precedenza, nel caso di Red la tipizzazione è dinamica: ciò significa che le variabili non richiedono una dichiarazione di tipo esplicita e la tipizzazione viene quindi gestita dinamicamente durante l’esecuzione del programma.
Il linguaggio mette a disposizione di ogni sviluppatore una libreria standard ricca di funzionalità: include moduli per l’interazione con il sistema operativo, la manipolazione dei file, il networking e molto altro.
Il programmatore non deve preoccuparsi di liberare la memoria perché Red utilizza un sistema di garbage collection integrato che semplifica notevolmente il lavoro. Inoltre, mette a disposizione un compilatore JIT che traduce il codice Red in codice macchina per prestazioni ottimizzate. In un altro articolo abbiamo visto cos’è il codice macchina e le differenze tra compilazione e interpretazione.