Stando a quanto riportato dal Financial Times la startup Cohere, concorrente di OpenAI, è in trattativa per ottenere fino a un miliardo di dollari in finanziamenti.
La società canadese ha già ottenuto diversi finanziamenti, l’ultimo dei quali concretizzato a giugno 2023, che hanno portato il valore complessivo della startup a 2,2 miliardi di dollari. Ad impressionare non è solo la quantità di denaro impegnata in Cohere, ma anche da dove proviene. Si parla, infatti, di alcuni nomi molto importanti come Nvidia e Oracle.
L’ottimismo nei confronti della società, però, è più che giustificato. A fondare Cohere, infatti, sono stati due ex impiegati di Google, ovvero Aidan Gomez e Nick Frosst in collaborazione con Ivan Zhang. Gomez è considerabile come uno dei maggiori esperti mondiali dei large language models (LLM), mentre Frosst ha lavorato presso Google Brain.
Non solo Cohere: pioggia di investimenti sull’Intelligenza Artificiale
Di cosa si occupa Cohere nello specifico? La startup lavora con LMM per consentire alle aziende di creare app personalizzate come chatbot IA. Al contrario dei modelli linguistici di OpenAI, quanto proposto da Cohere è pensato per un uso più indirizzato verso il contesto aziendale che per i singoli utenti.
La società canadese, però, non è l’unica startup impegnata nell’IA a raccogliere con relativa facilità investimenti anche sostanziosi.
ElevenLabs, società newyorkese che lavora su Intelligenza Artificiale nel contesto dell’audio e delle voci sintetiche, ha raccolto fondi per 80 milioni di dollari. La startup giapponese nota come Sakana, supportata anche dal gruppo NTT (leader nel contesto delle telecomunicazioni in Giappone), ha già ottenuto 30 milioni di dollari in finanziamenti.
Una cifra simile è quella che ha ottenuto Vicarius, startup anch’essa con sede a New York, che si concentra maggiormente su valutazioni e correzione dei rischi in ambito sicurezza informatica.
Di fatto, l’IA sembra aver conquistato non solo l’attenzione dei consumatori, ma anche delle aziende che sono pronte ad investire quantità ingenti di denaro in progetti che si muovono in questa direzione.