Cloudflare è una società che fornisce una serie di servizi legati alla sicurezza, alle prestazioni e alla disponibilità dei siti Web. Tra i più utilizzati ci sono quelli che permettono di distribuire i contenuti del sito attraverso server situati in varie parti del mondo. Grazie alla CDN (Content Delivery Network) Cloudflare è possibile migliorare la velocità di caricamento delle pagine e ridurre il carico sui server di origine.
Il sistema di proxying messo a punto da Cloudflare consente di velocizzare le performance di qualunque sito Web, con la possibilità di ottimizzare anche le immagini e il codice presente in pagina.
L’azienda statunitense offre anche protezione dagli attacchi DDoS (Distributed Denial of Service), il supporto per la crittografia SSL/TLS, un firewall applicativo (WAF) per la protezione dai comuni attacchi di SQL injection, cross-site scripting (XSS) e altri tipi di minacce alla sicurezza.
Cloudflare non è tenuta a modificare i record DNS
Negli ultimi anni il popolare servizio di infrastruttura Cloudflare è stato oggetto di forti pressioni da parte dei detentori dei diritti d’autore. I servizi dell’azienda sono infatti utilizzati anche da soggetti che pubblicano in rete siti Web che distribuiscono contenuti in violazione delle vigenti normative a tutela del copyright.
In Italia il Tribunale di Milano ha prescritto a Cloudflare di modificare i suoi DNS pubblici al fine di impedire la risoluzione dei nomi a dominio utilizzati per svolgere attività illecite.
I giudici tedeschi del tribunale regionale superiore di Colonia hanno invece adottato un approccio diverso. Qual è il ruolo centrale di Cloudflare? Se l’azienda, anche inconsapevolmente, sta fornendo servizi di infrastruttura ai siti Web oggetto di provvedimenti restrittivi, allora deve attivarsi per bloccarne l’utilizzo.
I server DNS di Cloudflare, invece, non svolgono un ruolo centrale nel rendere accessibile il sito. Esistono altri provider DNS che fanno lo stesso. Pertanto, come stabilito in Germania, Cloudflare non è affatto obbligata a modificare i record DNS.
“Il resolver DNS di Cloudflare non svolge un ‘ruolo centrale’ nel garantire che (…) (il materiale protetto dal copyright, n.d.r.) possa essere condiviso liberamente su Internet. L’utilizzo del resolver DNS del convenuto non era necessario per trovare l’indirizzo IP tramite il nome di dominio, né ne facilitava l’accesso“, si legge nel testo della sentenza.
Cloudflare ha invece correttamente iniziato a mostrare il codice di errore HTTP 451 (“risorsa non disponibile per motivi legali”) per le pagine Web oggetto di un provvedimento giudiziario.