Il cloud computing, nel corso degli ultimi anni, è diventato molto diffuso. Questo offre enorme comodità, visto che consente un’accessibilità fino a qualche tempo fa del tutto impensabile.
Così come tutte le tecnologie importanti, però, anche il cloud ha catturato l’attenzione dei famigerati cybercriminali. Ma come è possibile penetrare in un contesto apparentemente così sicuro? Le infrastrutture cloud, in realtà, offrono parecchio margine di manovra ai criminali informatici. In primis l’abitudine di utilizzare password deboli rappresenta un tallone d’Achille per molti utenti.
Sottovalutando l’importanza di parole d’accesso robuste, molti utenti adottano una serie di numeri, il proprio nome o quello della propria squadra del cuore. In molti casi, ciò si rivela un vero e proprio invito agli hacker che, di fatto, con pochi tentativi possono accedere in tutta tranquillità allo spazio cloud ritenuto sicuro.
Cloud a rischio? Ecco come evitare potenziali disastri
Le piattaforme cloud, poi, sono anche soggette a malware e ransomware. Basta scaricare e attivare un’app malevola in locale per far diffondere quest’ultima anche in altri contesti.
La terza tecnica che i cybercriminali sfruttano per insidiare questi contesti è il phishing. Attraverso e-mail e siti Web appositamente studiati, le potenziali vittime vengono spinte verso la cessione delle credenziali di accesso. Una volta ottenute, anche in questo caso, gli hacker possono accedere in tutta tranquillità ai dati e scegliere se dare una semplice “sbirciatina” o se cancellare gli stessi.
Dunque, cosa serve per evitare potenziali disastri? Al di là della questione password, è molto importante affidarsi a servizi che garantiscono standard di accesso sicuri.
Molti provider, infatti, integrano misure e protocolli di sicurezza avanzati, tra cui figura l’autenticazione a più fattori e non solo. Abbinare a tutto ciò anche un software antivirus efficace e aggiornato, riduce in modo sensibile le potenziali intromissioni esterne.