Il cloud diventerà ancora più centrale nel corso del 2022. Protagonista del cambiamento e motore della digitalizzazione del Paese, il cloud è stato inserito a pieno titolo tra le urgenze fissate dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) rappresentando un mercato in continua ascesa e un asset di business fondamentale per le imprese italiane.
Conoscere i termini più ricorrenti e le parole chiave relative al cloud computing può aiutare a orientarsi meglio per approfondire le proprie conoscenze su un insieme di tecnologie in continua evoluzione.
Aruba ha voluto stilare un vocabolario di 12 termini che hanno a che fare con il cloud e che nel corso di quest’anno incontreremo sempre più spesso.
Il glossario del cloud 2022: le parole chiave per capire la tecnologia
1) AI (Intelligenza Artificiale). Il 50% dei data center globali impiegherà intelligenza artificiale e robotica entro il 2025. Durante il corso del 2022 si sentirà parlare sempre più spesso del binomio “cloud e AI”: l’intelligenza artificiale sta infatti contribuendo all’automazione delle attività di routine delle aziende per aumentarne la produttività anche all’interno delle infrastrutture IT. L’unione tra il cloud computing e l’AI porterà così a sviluppare reti sempre più estese in grado di contenere volumi di dati ancora più ampi e di favorire apprendimento e miglioramenti continui.
2) Disaster Recovery. È possibile prevenire del tutto un evento disastroso in ambito IT? No, ma sicuramente è possibile limitarne i danni. Nel corso del 2022 il concetto di disaster recovery sarà sempre più gestito non come un “piano B” ma come una componente da considerare obbligatoriamente in fase di progettazione.
Ripristinare l’accesso e la funzionalità dell’infrastruttura IT a causa di attacchi informatici, interruzioni e guasti, rappresenterà per le aziende la soluzione “as a service” più importante da implementare per garantire la continuità del proprio business.
3) Hybrid Cloud. I sistemi hybrid cloud sono caratterizzati da soluzioni che prevedono l’utilizzo di servizi erogati da infrastrutture private accanto a servizi acquisiti da cloud pubblici.
Con questo termine si può fare riferimento a combinazioni di soluzioni cloud utilizzate insieme on-premise e off-site per fornire servizi di cloud computing a un’azienda.
Nel 2022 le imprese evolveranno verso l’integrazione di servizi IaaS (infrastruttura cloud resa disponibile come servizio), PaaS (piattaforme software fornite via Internet come servizio) e SaaS (software erogato come servizio del cloud) in un contesto di cloud ibrido per liberarsi dall’onere di gestire in proprio un data center.
4) Multi-cloud. Con questo termine ci si riferisce all’uso di diversi public cloud service provider per lo storage dei dati o delle risorse di elaborazione che vengono abbinati all’infrastruttura di private cloud e on-premise.
Il multi-cloud di un’azienda può includere l’uso di più provider IaaS e un PaaS pubblico in base alle esigenze.
Nel 2022 molte aziende introdurranno strategie multi-cloud per una maggiore flessibilità nella scelta dei servizi cloud da utilizzare. Oggi le realtà enterprise fanno riferimento in media a 5 cloud provider per offrire i loro servizi e ridurre la dipendenza da un singolo soggetto.
5) Native. È una combinazione di tecnologie e tecniche che permettono di creare sistemi resilienti e monitorabili con l’obiettivo di sviluppare e distribuire applicativi di qualità.
Il mercato del cloud coinvolgerà sempre di più la progettazione delle applicazioni in maniera rapida.
Nel 2022 se ne dibatterà ancora molto sia perché questo tipo di architetture permette di adattare al meglio le applicazioni al modello as a service, sia perché consente di ottenere una maggiore visibilità ed efficienza nel gestire le risorse applicative on-premise.
6) (No) Lock-In. Se ne parla quando si dà la possibilità a un’impresa di non rimanere intrappolata all’interno di una scelta tecnologica anche se si presentano alternative migliori.
Il lock-in si verifica quando si instaura un rapporto di dipendenza tra un cliente e un fornitore a causa dei costi di uscita. Le spese dovute a lock-in creano barriere all’entrata di un mercato di business, per questo nel 2022 sarà essenziale per le aziende fare riferimento a soluzioni cloud interoperabili per evitare il rischio di vendor lock-in (blocco da fornitore) e ridurre i monopoli nel mercato IT.
7) P.A. La Pubblica Amministrazione e il cloud stringeranno un patto ancor più solido nel 2022. Si sta infatti concretizzando l’obiettivo di portare “sulla nuvola” i dati degli uffici pubblici italiani come previsto nel PNRR in relazione al tema della digitalizzazione del Paese.
L’adozione dell’infrastruttura cloud consentirà di velocizzare l’efficienza operativa dei sistemi ICT pubblici rivolti a cittadini e imprese, di ridurre significativamente i costi, di migliorare i servizi e garantire sicurezza e protezione dei dati.
8) Personalizzazione. Scegliere un fornitore cloud in grado di personalizzare le esigenze IT di un’impresa è la bussola che guiderà anche quest’anno i CIO delle aziende.
Il cloud ha introdotto concetti nuovi come quello di as a service che uniscono lo standard tecnologico alla possibilità di personalizzare le soluzioni in maniera flessibile. Non basterà più quindi mettere a disposizione dei clienti i servizi cloud ma sarà essenziale fornire loro soluzioni su misura riguardo anche a performance e costi.
9) Sovranità dei dati. La sovranità digitale è la capacità di uno Stato di gestire le risorse interne senza l’intervento di terzi o influenze estere. La conformità alla normativa europea che limita le possibilità di trasferimento di dati personali al di fuori dell’Unione Europea costituisce una garanzia di sovranità dei dati.
Sarà un tema cruciale anche nel 2022 poiché le aziende che affrontano il passaggio al cloud dovranno essere consapevoli che i loro dati verranno esternalizzati e che dunque sarà fondamentale affidarsi a provider che offrono garanzie in merito alle politiche di custodia del dato secondo il GDPR.
10) Sostenibilità. Se da un lato il contributo indiretto del cloud alla sostenibilità ambientale è correlato alla dematerializzazione, cioè alla sostituzione di prodotti o servizi fisici con i loro equivalenti virtuali, dall’altro l’attenzione verso la riduzione dell’impatto ambientale delle tecnologie digitali sulle future generazioni rimarrà uno dei trend principali nel 2022. Per le imprese, efficienza energetica e produzione di energia da fonti rinnovabili saranno gli obiettivi principali da perseguire in un’ottica “green” e in virtù dei principi di responsabilità sociale d’impresa.
11) Sorpasso del cloud sull’on-premise. Se il 2021 è stato l’anno della Cloud Transformation in Italia, il 2022 continuerà a favorire il percorso di trasformazione digitale basato sulle tecnologie della “nuvola”.
Oggi il cloud pubblico e privato è ormai vicino a sorpassare l’on-premise come modalità di erogazione primaria delle applicazioni aziendali, mentre il mercato italiano prosegue la sua corsa agli investimenti per progetti strategici di gestione del cambiamento organizzativo.
Passare da un dispositivo fisico locale ad un software in cloud significherà per l’azienda non avere nessun server fisico al proprio interno ma utilizzarlo a distanza grazie alla rete.
12) Supporto (alla migrazione). La Cloud Migration è forse il tema più centrale del 2022, un trend in corso che mette al centro le maggiori sfide legate all’innovazione digitale delle aziende.
Migrare verso la “nuvola” significherà trasferire risorse e applicazioni proprie in un ambiente tecnologico condiviso, scalabile e flessibile rispetto alle diverse esigenze aziendali. Supportare le Direzioni IT nel processo di migrazione al cloud sarà dunque un obiettivo imprescindibile anche nel 2022 per avviare la reale trasformazione digitale delle aziende, oggi alle prese con sistemi ibridi, distribuiti e complessi.