Claria e l'evoluzione di un business

Gran parte dei lettori probabilmente conosce Gator, uno degli spyware più diffusi in assoluto.
Claria e l'evoluzione di un business

Gran parte dei lettori probabilmente conosce Gator, uno degli spyware più diffusi in assoluto.
Claria è l’azienda che ha sviluppato Gator e che sembra avere per il futuro grandi piani di business basati sull’uso di advertising contestuale e ricerche personalizzate. L’handicap di Claria, tuttavia, consiste proprio nel fatto che l’azienda è oggi rinomata per la diffusione di applicativi spyware.
Aveva suscitato scalpore la mossa con cui Microsoft, in uno degli ultimi aggiornamenti per il suo software antispyware (prelevabile, in versione beta, da questa pagina), aveva ridotto il livello di pericolosità legato ai componenti software di Claria. Nel caso in cui tali applicativi vengano rilevati sul sistema, questi non sono più posti in quarantena (“quarantine”) ma lasciati al loro posto (“ignore”). Voci di corridoio apparse sul New York Times e sul Wall Street Journal preannunciavano un’acquisizione di Claria, da parte di Microsoft, per la somma di 500 milioni di dollari.
Scott Eagle, responsabile marketing di Claria tiene a precisare che la reputazione che la sua azienda si è guadagnata in Rete non calza a pennello. “Gli utenti sanno di utilizzare i nostri software: ne fanno uso centinaia di milioni di volte. Claria espone chiaramente i termini di licenza d’uso e gli utenti sanno che tipo di strumenti adottiamo”, ha dichiarato Eagle. Ma Claria vuol cambiare rotta: uno studio condotto nel primo trimestre di quest’anno ha riportato come il motore GAIN utilizzato da Claria sia installato sul 2,2% dei sistemi controllati, in controtendenza rispetto al 2,6% dello stesso periodo dell’anno precedente. I software “adware” presenti sui personal computer oggetto della verifica sono passati al 73% al 64% del totale. Eagle ha precisato che si sta quindi pensando a nuove forme di business.
Da parte nostra auspichiamo che le condizioni per la licenza d’uso di un software o di un servizio che integrano componenti spyware o “adware” siano ancora più cristalline e facilmente interpretabili da parte di chiunque. La conoscenza della lingua inglese, spesso necessaria per comprendere pienamente un contratto di licenza d’uso, non può e non deve essere vincolante non essendo certo richiesta nell’uomo di media diligenza. Un articolo che affronta gli aspetti legali del fenomeno spyware è consultabile cliccando qui.

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