Google offre “una sponda” a Microsoft invitando gli utenti delle versioni di Windows il cui supporto è ormai terminato o che cesserà nel corso del 2023 ad aggiornare a Windows 10 o Windows 11.
L’avviso viene esposto da Google Chrome che sui sistemi operativi più “datati”, come Windows 7, Windows 8.1 e Windows Server 2012 R2, mostra una chiara esortazione a passare a un sistema operativo più recente.
Il programma ESU di Windows 7 prevede il rilascio di aggiornamenti di sicurezza per le aziende che hanno sottoscritto un contratto con Microsoft ben oltre la data di fine supporto (gennaio 2020). Tale programma di aggiornamento esteso (ESU sta per Extended Security Update) terminerà definitivamente a gennaio 2023 e lo stesso mese finirà il supporto esteso di Windows 8.1. L’addio a Windows Server 2012 R2, almeno per coloro che non aderiranno o non possono aderire al programma ESU, è invece previsto per ottobre 2023.
Ma perché Chrome sprona gli utenti ad aggiornare Windows? Semplicemente perché Google ha confermato che il browser non sarà più supportato né aggiornato sulle versioni di Windows più vecchie. Nello specifico, gli utenti di Windows 7 e Windows 8.1 non riceveranno più alcun aggiornamento di Chrome a partire proprio da gennaio 2023.
Per alcuni utenti che fino ad oggi avevano rimandato l’aggiornamento di Windows proprio contando sulla ricezione degli update di sicurezza di Chrome, questo potrebbe essere un problema. Significa infatti non ricevere più neppure gli aggiornamenti di sicurezza di emergenza di Chrome che spesso consentono di evitare l’esecuzione di codice dannoso semplicemente visitando una pagina Web malevola.
Chi volesse nascondere il messaggio d’allerta di Chrome può aprire il prompt dei comandi con i diritti di amministratore (digitare cmd
nella casella di ricerca quindi selezionare Esegui come amministratore) quindi digitare quanto segue:
Gli sviluppatori di 0patch hanno già manifestato la volontà di distribuire aggiornamenti per Windows 7 almeno fino al 2025 rendendo il sistema operativo di fatto immortale. Si tratta di aggiornamenti correttivi non ufficiali che però sono applicabili in-memory, senza neppure la necessità di riavviare il sistema.
Microsoft ha presentato una funzionalità simile per adesso solo sulla sua piattaforma cloud Azure ma ancora non permette di installare le patch di Windows Server e degli altri sistemi senza riavviare: l’hotpatching andrebbe invece esteso all’intera base degli utenti Windows.
Gli aggiornamenti di 0patch per Windows 7 non saranno a costo zero ma costeranno da 25 euro circa per singolo agent (un anno di abbonamento). Un agent viene installato su una singola macchina da proteggere.