Stando alle modifiche recentemente applicate al codice sorgente di Chrome OS, il sistema operativo presto sarà in grado di eseguire applicazioni Linux in forma containerizzata.
Project Crostini, questo il nome assegnato alla novità che sarà inserita in Chrome OS, farà funzionare le applicazioni Linux in maniera molto simile a quanto fatto da Microsoft con il Windows Subsystem for Linux (WSL), integrato in Windows 10: Installare e usare la bash Linux in Windows 10.
La differenza, nel caso di Chrome OS, è che il sistema operativo di Google supporterà anche l’interfaccia grafica (GUI) delle applicazioni Linux non limitandosi quindi alla shell testuale come accade nel caso di WSL.
L’arrivo di Project Crostini in Chrome OS è atteso per la versione 66 del sistema operativo che dovrebbe essere distribuita in versione finale tra aprile e maggio (è probabile che l’annuncio ufficiale arrivi in occasione della prossima edizione dell’evento Google I/O previsto per l’8 maggio).
Il fine ultimo di Google è evidente: aprire le porte di Chrome OS alle applicazioni Linux significa fidelizzare gli utenti rendendo ancora più ampio l’ecosistema all’interno del quale è possibile muoversi. Inoltre, l’obiettivo è quello di attrarre gli sviluppatori che, senza modificare il codice delle loro applicazioni, potranno vederle funzionare anche sui dispositivi Chrome OS.