Quante volte, nelle pellicole cinematografiche, si è parlato di chip elettronici impiantati a livello cerebrale. Ecco, ci siamo arrivati.
La rivista Nature, una delle più prestigiose riviste scientifiche a livello internazionale, riconosciuta dalla comunità degli studiosi, ha infatti appena pubblicato i risultati delle ricerche svolte dagli accademici dell’Università dell’Illinois.
Gli universitari statunitensi hanno infatti messo a punto un chip impiantabile nella scatola cranica che servirà in primis ai medici per monitorare i pazienti che hanno subìto ischemie, altri problemi a livello cerebrale oppure che si sono sottoposti ad intervento chirurgico.
Più piccolo di un chicco di riso, il chip è formato da sottilissimi strati di silicio ed è completamente biodegradabile. In altre parole, dopo aver terminato il suo lavoro, il chip inserito nel cranio verrà via a via disciolto dal liquido cerebrospinale e riassorbito da parte del corpo.
Il team di ricerca dell’Università dell’Illinois spiega di aver effettuato una serie di test scientifici sui topi verificando la bontà e l’affidabilità della soluzione oggi proposta.
Il chip appena realizzato avrebbe le stesse funzioni degli strumenti di monitoraggio cerebrale oggi comunemente adoperati ma sarebbe molto meno invasivo e ridurrebbe drasticamente i rischi di infezione post-operatoria restituendo comunque, in tempo reale ed in modo continuo, i parametri rilevati a livello intracranico.
Lo studio è consultabile a questo indirizzo (formato PDF) previa registrazione.