/https://www.ilsoftware.it/app/uploads/2025/04/freedos-14-download.png)
Qualcuno ancora oggi parla di prompt di MS-DOS per riferirsi al prompt dei comandi o alla finestra del terminale di Windows 10 e Windows 11. È un errore perché MS-DOS non fa più parte, da decenni, del sistema operativo Windows. FreeDOS nasce infatti nel 1994 da un’idea di Jim Hall, poco dopo che Microsoft annunciò l’intenzione di ritirare MS-DOS come prodotto indipendente, puntando con forza sul nuovo Windows 95. La scomparsa imminente di un sistema operativo tanto diffuso spinse Hall e altri sviluppatori volontari a creare un’alternativa open source, compatibile e gratuita: così prese forma il progetto FreeDOS (inizialmente chiamato “PD-DOS”, da “Public Domain DOS“).
Cos’è FreeDOS e quali caratteristiche integra
A luglio 2024, FreeDOS ha spento 30 candeline. All’epoca abbiamo spiegato cos’è FreeDOS e perché è importante ancora oggi.
Qui ci limitiamo a ricordare che FreeDOS si propone come erede libero e moderno della tradizione DOS, offrendo una piattaforma compatibile con lo storico sistema operativo, ancora attiva e funzionante, utile per eseguire applicazioni legacy, ambienti embedded, effettuare test su hardware vintage, mantenendo viva la flessibilità e la semplicità di un’architettura a riga di comando.
FreeDOS è progettato per essere pienamente compatibile con MS-DOS 6.x, ma nel corso degli anni ha ampliato il proprio “raggio d’azione” includendo strumenti moderni. Si pensi al supporto per le reti TCP/IP (con mTCP), filesystem FAT32, driver avanzati e molto altro.
Sul piano storico, MS-DOS (Microsoft Disk Operating System) fu sviluppato inizialmente da Microsoft come evoluzione di QDOS (Quick and Dirty Operating System), acquistato da Seattle Computer Products. Microsoft lo concesse in licenza a IBM come base del sistema operativo PC-DOS per il primo IBM PC nel 1981. Le due versioni, MS-DOS e PC-DOS, seguirono uno sviluppo parallelo per anni, ma rimasero sostanzialmente compatibili.
Se volete conoscere di più sulla genesi di MS-DOS, PC-DOS e delle polemiche che ne seguirono, date un’occhiata al nostro articolo sui segreti svelati da Bill Gates in occasione dei 50 anni di Microsoft.
Il rilascio di FreeDOS 1.4 ad aprile 2025: è ancora rilevante?
A distanza di più di 3 anni dal lancio della precedente release, la comunità di sviluppo ha annunciato con entusiasmo il rilascio di FreeDOS 1.4, segnando un nuovo traguardo nella storia di questo sistema operativo libero compatibile con MS-DOS. Il progetto continua quindi a vivere grazie all’impegno di sviluppatori, traduttori, tester e appassionati, dimostrando come anche una piattaforma storica possa restare rilevante e funzionale nel 2025.
Aggiornamenti ai pacchetti: stabilità, compatibilità e nuove funzionalità
FreeDOS 1.4 introduce numerosi aggiornamenti ai programmi inclusi nel progetto. Tra i più significativi troviamo:
- FreeCOM 0.86: la shell command.com di FreeDOS riceve migliorie nella compatibilità e nelle traduzioni grazie a uno sforzo collettivo internazionale.
- XCOPY 1.8b: riscrittura del sistema di copia ricorsiva per ottimizzare l’uso dello stack, con un supporto specifico per Open Watcom.
- MOVE 3.4: riduzione del rischio di overflow dello stack in operazioni complesse di spostamento file.
- FDISK 1.4.3: importanti correzioni per una gestione sicura delle partizioni su disco, con una maggiore affidabilità in presenza di configurazioni complesse.
- mTCP: il popolare stack TCP/IP per DOS viene aggiornato per offrire maggiore stabilità e prestazioni in ambienti reali.
- FDHELP 1.1.0: completamente riscritto, con un sistema di aiuto più chiaro e tradotto in varie lingue.
Nonostante le novità, il kernel di FreeDOS resta quello della versione 1.3. Il nuovo kernel è ancora in fase di sviluppo e test, e vista la sua importanza strategica, l’inclusione avverrà solo quando sarà garantita una piena stabilità.
Uno dei cambiamenti più strategici riguarda il modello di rilascio e la struttura delle immagini di installazione. Jerome Shidel, responsabile della distribuzione, ha introdotto un sistema di rilascio mensile che ha permesso di testare e integrare le modifiche in modo più agile, riducendo la complessità nella preparazione delle versioni stabili.
Nella versione 1.3, alcuni strumenti erano duplicati tra Live CD e Bonus CD, generando confusione. Ora, la suddivisione è più logica e ha portato anche a una riduzione significativa delle dimensioni: il Live CD di FreeDOS 1.4 pesa solo 301 MB (contro i 400 MB della versione 1.3), mentre il Bonus CD è sceso a 392 MB (da oltre 630 MB precedenti). Il download è disponibile qui.
Perché continuare a investire sullo sviluppo di FreeDOS nel 2025?
Il rilascio di FreeDOS 1.4 nel 2025 potrebbe sembrare anacronistico, ma la prosecuzione di questo fortunato progetto poggia su diversi solidi pilastri:
- Compatibilità con vecchi sistemi: FreeDOS è un sistema operativo leggero e compatibile con hardware vecchio, permettendo il comodo riutilizzo di computer che altrimenti sarebbero destinati ad essere accantonati. Un aspetto particolarmente utile per chi vuole eseguire vecchi giochi o software legacy che richiedono un ambiente DOS.
- Sostituto open source di MS-DOS: FreeDOS è nato come alternativa open source a MS-DOS, che non è più supportato da Microsoft. Offre quindi una soluzione libera e gratuita per chi ha bisogno di un ambiente DOS compatibile.
- Supporto a hardware embedded e sistemi specializzati: FreeDOS può essere utilizzato anche in sistemi embedded o in ambienti industriali in cui è necessario un sistema operativo leggero e personalizzabile.
- Comunità attiva e miglioramenti continui: Nonostante la sua veneranda età, FreeDOS ha una comunità attiva che continua a migliorarlo. La versione 1.4 include nuove funzionalità e miglioramenti sulla stabilità, mostrando che il progetto è ancora vivo e rilevante.
In sintesi, il rilascio di FreeDOS 1.4 nel 2025 dimostra che c’è ancora interesse e utilità in un sistema operativo compatibile con MS-DOS, specialmente per scopi specifici come l’esecuzione di software legacy o l’uso in sistemi embedded.
Perché è un errore parlare di MS-DOS per riferirsi alla finestra del terminale di Windows
Con l’introduzione della famiglia Windows NT, dei quali sistemi operativi come Windows 10 e Windows 11 sono eredi diretti, Microsoft ha sviluppato un nuovo kernel completamente indipendente dal vecchio MS-DOS.
In questi sistemi, lo stesso prompt dei comandi (cmd.exe
) è un interprete a riga di comando nativo che conserva alcune funzionalità di MS-DOS, ma opera in modo diverso e non dipende da esso. Sotto il cofano di Windows c’è profumo di anni ’80 perché alcuni componenti legacy continuano ad essere presenti ma ad esempio, nelle versioni a 64 bit di Windows, non è possibile eseguire direttamente programmi MS-DOS senza l’ausilio di emulatori.
Continuare a parlare di prompt di MS-DOS per riferirsi alle varie righe di comando di Windows 10/11 è tecnicamente impreciso e può generare confusione sulle reali capacità e limitazioni dei moderni sistemi operativi Microsoft.