Come sta evolvendo il rapporto tra ChatGPT e gli studenti?
L’Intelligenza Artificiale e la scuola hanno un rapporto ancora conflittuale, soprattutto a causa degli insegnanti che giustamente mettono in guardia rispetto agli eventuali abusi.
Uno studio condotto da Pew Research Center ha voluto fare chiarezza in questo contesto, cercando di capire come i giovani della Generazione Z si rapportano rispetto all’ormai celebre chatbot di OpenAI, con un particolare focus per i compiti scolastici.
Pew ha chiesto a circa 1.400 adolescenti statunitensi, con età compresa tra 13 e 17 anni, se avessero usato ChatGPT per i compiti o altre attività scolastiche. Il 26% ha affermato di averlo fatto, il doppio rispetto a soli due anni fa.
Molti studenti usano ChatGPT per compiti scolastici di matematica, anche se l’AI è tutt’altro che infallibile in questo contesto
Il report ha evidenziato come il 54% degli intervistati, dunque poco più della metà, pensa che sia accettabile usare ChatGPT per svolgere compiti o mansioni simili.
Il 29% ha affermato che usare il chatbot per problemi di matematica è accettabile era accettabile, mentre per quanto riguarda la scrittura è accettato solo dal 18% degli studenti interpellati. Questi dati sono alquanto preoccupanti, in quanto uno dei punti deboli di ChatGPT è proprio la matematica. Anche per quanto concerne la scrittura, l’AI può soffrire di eventuali allucinazioni e dunque non risulta sempre attendibile.
L’analisi di Pew Research Center ha inoltre evidenziato come adolescenti afroamericano e ispanici hanno dimostrato di prediligere l’utilizzo dello strumento di OpenAI rispetto ai coetanei caucasici. Secondo altri test, il modello AI si è rivelato poco competente in diverse aree, in ambiti come geopolitica.
A confermare come l’utilizzo incontrollato di ChatGPT e strumenti simili può danneggiare l’apprendimento, vi è uno studio dei ricercatori dell’Università della Pennsylvania. La ricerca in questione ha fatto emergere come gli studenti delle scuole superiori turche con accesso al chatbot hanno ottenuto risultati peggiori in un test di matematica rispetto a “colleghi” che non avevano accesso allo strumento.