Il Consiglio degli Stati membri dell’Unione Europea ha rinviato il voto finale sul regolamento che prevedeva l’istituzione dell’obbligo di scansione automatizzata del contenuto dei messaggi privati degli utenti da parte di tutte le app di messaggistica e dei servizi di posta commerciali. Chat Control 2.0 subisce una seconda importante battuta d’arresto nel percorso di approvazione che, stando alle posizioni manifestate dai vari Paesi, potrebbe verosimilmente far saltare l’intera procedura.
Il provvedimento, che vede come principale promotrice la svedese Ylva Johansson, è osteggiato da centinaia di tecnici ed esperti oltre che da tutte le principali associazioni che si occupano di libertà di espressione, di diritti digitali e di tutela della privacy.
L’Europa sembra imboccare la strada giusta: prevale la posizione dei Paesi che si oppongono a Chat Control 2.0
Mentre il Regno Unito, purtroppo, ha appena approvato una legge sulla sicurezza online che di fatto impone agli sviluppatori delle app di messaggistica l’inserimento di una backdoor governativa (l’impatto della decisione è purtroppo destinato ad avere conseguenze ben oltre i confini del Paese di Sua Maestà Carlo III…), l’Europa sembra essersi finalmente rimessa in carreggiata allontanandosi da idee che metterebbero il Vecchio Continente sullo stesso piano delle peggiori tirannie.
Anche perché, sulla base di quanto disposto, con l’obiettivo (di per sé indiscutibile) di reprimere la diffusione di materiale illecito a tutela dei minori, le app di messagistica sarebbero state chiamate a inoltrare foto e messaggi privati alle Autorità europee facendo venire meno la conquista della crittografia end-to-end. Telegram aveva già dichiarato di non volersi adeguare mentre, ad esempio, WhatsApp e Messenger (come tanti altre piattaforme) si sarebbero messe in regola. Prendendo letteralmente a schiaffoni il diritto alla privacy dei singoli cittadini europei.
Tutanota brinda alla posizione europea e auspica il definitivo affossamento di Chat Control 2.0
Insieme con ProtonMail, Tutanota è uno dei più famosi servizi che offrono agli utenti la possibilità di inviare email cifrate, rendendone impossibile il monitoraggio, la modifica e il danneggiamento da parte di qualunque soggetto terzo. La scure di Chat Control 2.0 si sarebbe abbattuta anche su questi servizi e sui loro utenti.
Così Matthias Pfau, CEO e cofondatore di Tutanota, festeggia la “non-decisione” europea parlando di un evidente segnale sul fatto che Chat Control 2.0 debba essere definitivamente accantonata. Per il bene di tutti.
In un altro articolo abbiamo fatto i nomi dei Paesi che si oppongono a Chat Control 2.0. Pfau li ricorda uno dopo l’altro: Germania, Austria, Paesi Bassi, Polonia, Svezia, Estonia e Slovenia. Anche l’Italia, come abbiamo evidenziato nel nostro articolo, ha comunque manifestato una posizione che strizza l’occhio al fronte del “no”.
In Germania, i giuristi del Parlamento europeo avevano già concluso quanto segue: “se si valutano i diritti fondamentali interessati dalle misure della proposta, si può stabilire che la stessa violerebbe gli articoli 7 e 8 della Carta dei diritti fondamentali per quanto riguarda gli utenti“. In altre parole, il regolamento soprannominato Chat Control 2.0 è illegale proprio ai sensi del diritto dell’Unione Europea.
Fine dei giochi?
Allo stato attuale e nella formulazione corrente, sembra proprio che Chat Control 2.0 non possa godere di alcun tipo di sostegno a maggioranza da parte dei Paesi membri. Ciò non sorprende poiché nessun’altra legge dell’Unione Europea è stata criticata tanto quanto promossa dalla Johansson. In Italia gli organi di informazione ne hanno parlato davvero poco, troppo poco. Ed è un male perché prescrivere per legge una scansione di massa delle comunicazioni personali di soggetti che non sono destinatari di alcun procedimento, è sproporzionato e contrario ai diritti fondamentali. Sarebbe stata una notizia da prima pagina. Consoliamoci con il fatto che il nostro Paese aveva comunque fortemente criticato l’attuale impianto della proposta.
Secondo Pfau, inoltre, un lungo elenco di organizzazioni, società attive nel campo delle soluzioni basate sull’intelligenza artificiale, stavano esercitando pressioni a favore dell’approvazione di una normativa come Chat Control 2.0. Se quanto affermato da Tutanota e da altre associazioni molto conosciute fosse vero, significa che con la scusa della protezione dei bambini la lobby dell’IA avrebbe provato a predisporre il terreno per commesse multimilionarie.
Il diritto alla privacy è importante e irrinunciabile. E certamente non può essere sacrificato per gonfiare le tasche di pochi, introducendo un’infrastruttura per la sorveglianza di massa senza alcuna necessità.