Il CeBIT 2006 è l’occasione buona per misurarsi sulle nuove tecnologie: l’evento fieristico tedesco ha visto di scena la tecnologia RFID, sulla quale un sempre maggior numero di produttori stanno spingendo e verso la quale stanno guardando le realtà enterprise con vivo interesse. A calmare i primi facili entusiasmi è la Commissione Europea che ha fatto sapere come verrà avviata a breve un’inchiesta per verificare se la tecnologia RFID violi i diritti del cittadino. Nei prossimi mesi Bruxelles sarà quindi teatro di una serie di audizioni con l’obiettivo di registrare le opinioni delle imprese e dei cittadini. Dopo l’estate dovrebbe essere reso disponibile un documento pubblico che trarrà le conclussioni. Parallelamente, la Commissione è al lavoro su una legislazione che fissi gli standard tecnologici e sull’armonizzazione in ambito comunitario.
RFID è l’acronimo di Radio Frequency IDentification: si tratta di una tecnologia emergente che si pone come obiettivo primario l’identificazione automatica di oggetti, animali o persone. L’identificazione viene effettuata leggendo a distanza le informazioni contenute in un apposito “tag RFID”, di solito un microchip che contiene dati ed un’antenna per la trasmissione delle informazioni. I tag RFID passivi non necessitano neppure di alimentazione ma traggono energia dall’onda radio trasmessa da lettore che effettua l’interrogazione.
La possibilità di riconoscere automaticamente oggetti ha destato interesse in un gran numero di settori industriali: l’utilità è indubbia nella logistica, nell’acquisto e distribuzione di prodotti ma anche l’industria manifatturiera e metalmeccanica ha trovato numerose applicazioni per la tecnologia RFID.
CeBIT: la Commissione Europea si pronuncia su RFID
Il CeBIT 2006 è l'occasione buona per misurarsi sulle nuove tecnologie: l'evento fieristico tedesco ha visto di scena la tecnologia RFID, sulla quale un sempre maggior numero di produttori stanno spingendo e verso la quale stanno guardando le ...