Vi ricordate della causa tra SCO e IBM avviata dalla prima società nei confronti di “Big Blue” nel mese di Marzo 2003? Il caso, esposto presso la Corte Federale statunitense, è di particolare interesse perché riguarda alcuni metodi e concetti originariamente impiegati nell’implementazione del sistema operativo Unix e successivamente “ereditati” da Linux.
SCO richiese inizialmente 1 miliardo di dollari di danni ad IBM, incrementando poi la cifra sino 5 miliardi di dollari. Secondo le accuse IBM avrebbe violato la proprietà intellettuale di SCO sul sistema Unix impossessandosi e quindi fornendo alla comunità opensource porzioni di codice protetto da diritto d’autore. Nel mese di Maggio 2003 addirittura SCO Group inviò delle lettere alle aziende inserite nelle “classifiche” Fortune 1000 e Global 500 invitandole a non utilizzare Linux. In caso contrario avrebbero potuto essere chiamate in causa.
La novità arriva da Groklaw, sito che segue direttamente la vicenda giudiziaria. Dalla trascrizione dell’ultima udienza (ved. questa pagina), emergono dati senza dubbio di notevole impatto: dopo anni di contraddittorio, IBM avrebbe scoperto che la “montagna di codice” contestato, si ridurrebbe a sole 326 righe, tra l’altro piuttosto “sparpagliate”. Secondo “Big Blue” gran parte delle contestazioni riguarderebbero commenti e file d’intestazione che non possono, secondo la società, essere nemmeno considerabili come di proprietà esclusiva di SCO. Di contro, IBM afferma di aver individuato ben 700.000 righe di codice riguardo le quali SCO avrebbe violato la relativa licenza GPL.
Causa SCO-IBM: "Big Blue" contesta 700.000 righe di codice
Vi ricordate della causa tra SCO e IBM avviata dalla prima società nei confronti di "Big Blue" nel mese di Marzo 2003? Il caso, esposto presso la Corte Federale statunitense, è di particolare interesse perché riguarda alcuni meto...