Google, Apple, Yahoo!, Dell, Intel, Facebook e HP sono accorse in aiuto di Microsoft nel tentativo di capovolgere una sentenza che ha disposto il pagamento, da parte del colosso di Redmond, di una somma risarcitoria pari a 290 milioni di dollari. La vertenza legale è quella che vede Microsoft respingere le accuse di violazione di brevetto mosse da i4i, una società canadese che si lamentò del comportamento tenuto dall’azienda guidata da Steve Ballmer nella gestione di codice XML nel pacchetto Office.
Condannata in prima istanza, Microsoft ha adesso come obiettivo quello di indurre la corte suprema degli Stati Uniti a rivedere il verdetto dei giudici che si sono precedentemente espressi sul tema.
L’inedita alleanza tra Microsoft ed alcuni tra i più importanti nomi dell’IT è spiegabile facendo presente come le cause relative a brevetti software possano oggi rappresentare una spina nel fianco delle stesse società. Alcuni osservatori si riferiscono spesso con l’espressione “patent troll” a quelle società che non sviluppano software ma che acquistano brevetti avviando poi cause giudiziarie nei confronti di coloro che raccolgano successi utilizzando idee alla base dei brevetti stessi. Lo stesso Mark Shuttleworth, patron di Ubuntu, aveva tempo fa dichiarato che per il mondo Linux così come per Microsoft il problema non sta nei cosiddetti “patent troll” ma nel sistema dei brevetti medesimo. Una vittoria definitiva da parte di i4i potrebbe quindi rappresentare un pericoloso precedente.
La EFF (“Electronic Frontier Foundation”), da parte sua, ha commentato che il circuito federale statunitense attualmente obbliga l’accusato di violazione l’onere di provare l’invalidità del brevetto che non sarebbe stato rispettato. Un approccio del genere taglierebbe le gambe alla difesa, soprattutto nel mondo nel software libero.
Questo sito web ha pubblicato le petizioni inoltrate alla corte non solo da Microsoft ma anche da società, alcune delle quali concorrenti nella quotidianità ma alleatesi con il colosso di Redmond nella vertenza i4i.
Altre informazioni sul caso Microsoft-i4i sono disponibili in questi nostri articoli.