Nei giorni scorsi, dopo le tante segnalazioni ricevute da parte di singoli cittadini e dalle principali associazioni italiane che si occupano di difendere i diritti dei consumatori, l’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) ha ritenuto scorrette le pratiche commerciali poste in essere dalla società inglese Eurocontent Ltd, responsabile della gestione del servizio “Easy Download” (ved., in proposito, questo articolo di approfondimento).
Nel dispositivo di 33 pagine, consultabile cliccando qui, l’AGCM ha rilevato come Eurocontent Ltd sfruttasse “articolati meccanismi mediante i quali ha indotto i consumatori a ritenere, contrariamente al vero, che i prodotti software presenti nel proprio sito Internet e generalmente disponibili gratuitamente in rete (quali Open Office, Opera, Adobe Acrobat Reader, VLC Media Player, ecc.) potessero essere scaricati senza alcun onere economico“.
Adiconsum, una delle associazioni che operano a tutela del cittadino, ha promosso un’iniziativa che mira ad offrire uno strumento per segnalare la propria esperienza con “Easy Download” e tentare il recupero del danaro che fosse stato versato alla società. “Al fine di garantire la gestione transfrontaliera dei reclami, Adiconsum si è coordinata con il Centro Europeo Consumatori (CEC), Sportello incaricato dalla Commissione Europea per fornire assistenza e consulenza gratuita alle controversie transfrontaliere“, ha fatto sapere l’associazione.
Pietro Giordano, segretario nazionale di Adiconsum, ha poi presentato un apposito modulo utile per inviare i dettagli relativi alla propria posizione.
Oltre a quella di Adiconsum, registriamo il commento dell’avvocato Tiziano Solignani che ha osservato come quanto deliberato dall’AGCM non abbia efficacia immediata e diretta nei rapporti tra “Easy Download” e gli utenti “avendolo solo per quanto riguarda la sanzione. Per ottenere il rimborso, i singoli «clienti» devono muoversi in proprio, aiutati sicuramente dalla decisione di AGCM che, però, è solo un primo passo“, scrive Solignani. “Dalla parte degli utenti finali, il recupero si può presentare abbastanza difficoltoso e c’è da scommettere che molti utenti, specialmente quelli sprovvisti di una adeguata forma di tutela giudiziaria che paghi loro le spese legali, preferiranno abbandonare piuttosto che rischiare di spendere altri soldi. Una prima cosa che si può provare a fare è la classica raccomandata, in questo caso internazionale visto che la società responsabile è estera, ma se non si riceve risposta si deve poi, se si vuole coltivare ulteriormente la posizione, proseguire giudizialmente“, ha aggiunto l’avvocato che, a questo indirizzo analizza dal punto di vista giuridico le opzioni percorribili.